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Autore Discussione: Le famiglie fondatrici  (Letto 17829 volte)
osvaldo

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« Risposta #15 inserita:: 21 Novembre 2007, 22:08:01 »

A Villarosa non sono stati residenti i Notarbartolo; fu solamente una famiglia che ha voluto fortissimamente l'edificazione di questo centro e con mentalità moderna diede gran parte delle loro terre ad enfiteusi.Gli altri nobili affidavano tutto ai gabelloti e loro se ne stavano in Palermo a  scialacquare e a sperperare le risorse che i loro sgherri spremevano ai poveri contadini che mancavano di tutto. Il loro calcolo fu preciso e vincente: c'erano delle terre per lo più sfruttate a pascolo perchè questo tipo di attività richiede poche braccia, invece richiamando lavoratori volenterosi si poteva ricavare di più dalla coltura del grano
La città di Castrogiovanni non voleva che i Notarbartolo fondassero una nuova comunità per paura di avere concorrenti vicini a loro dove la manodopera sarebbe potuta spostarsi. I futuri duchi di Villarosa sudarono non poco per ottenere dal Re di Spagna il nulla osta a costruire. Finalmente gliela spuntarono con un accordo: Castrogiovanni non si opponeva a patto che nel nuovo paesello non si accogliessero propri cittadini.
Per questa ragione per molti decenni non vi furono ennesi a Villarosa.
I Notarbartolo assegnarono le terre con contratto a lungo termine al fine di favorire migliorie nel fondo preso a censo: cioè l'assegnatario pagava un affitto al Duca. La convenienza era reciproca, questi ricavava una somma certa dal censo e il contadino trovava mezzi di sussistenza per la famiglia. Per reclutare gli assegnatari il Duca lancio un bando (i vannii) per i vari paesi, per mezzo di un banditore che accompagnato dal suono d'un tamburo notificava alla popolazione dei vari paesi l'intenzione del Duca Notarbartolo.
Accorsero tanti dai più svariati paesi: metà di costoro erano di San Cataldo.
Questo spiega perchè il nostro dialetto ha poco in comune con quello di Enna; nè con Calascibetta e Villapriolo, più vicini al nicosiano; invece il nostro è  più vicino a quello nisseno.
Queste notizie sono a portata di chi voglia fare un'indagine presso l'archivio parrocchiale della Madrice, dove si potranno leggere i cognomi dei primi villarosani che nascevano dai genitori colonizzatori della futura nostra cittadina.

« Ultima modifica: 10 Aprile 2008, 00:13:00 da osvaldo » Registrato

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« Risposta #16 inserita:: 21 Novembre 2007, 23:49:51 »

interessante... non ne ero a conoscenza.  Braaavo!
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« Risposta #17 inserita:: 22 Novembre 2007, 10:19:09 »

I notarbartolo ottennero la licentia populandi, ma il paese venne fondato dai "coloni" che come dice osvaldo gestivano questi territori, non come li vedete oggi, ma come erano allora, quasi tutto a pascolo, le famiglie preesistenti all'arrivo dell'ondata " colonizzatrice" erano comunque importanti ed erano pastori ben radicati sul territorio al servizio dei proprietari dai quali i notarbatolo otterranno il territorio di villarosa.
Per cui le famiglie fondatrici sono:
-le famiglie stanziali in precendenza al 700 sul territorio
-le famiglie che arrivarono con la concessione dei terreni
queste famiglie erano per lo più del nisseno, spesso, famiglie di secondo letto, e mi spiego, molti coloni erano sposati a vedove, (consiglio di leggere per capire la mentalità tra le novelle di Verga, gli orfani, e capirete la mentalità di quegli anni e la vita) VITA DURA
molti nuclei familiari arrivarono in massa da S.cataldo, in uno studio dell'università di catania, si parla di oltre 2000 persone in 10 anni che successivamente a causa di un forte crisi agricola, legata anche alla gabella, abbandonarono, il ns territorio, per cui molti  di s. cataldo furono tra i fondatori, alcuni vi rimasero altri ripartirono, .....

trai primi avevo citato i GUARNIERI, sono primi tra i battezzati dell'anno di fondazione i loro parenti oggi sono negli states per esempio.
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« Risposta #18 inserita:: 26 Novembre 2007, 20:03:27 »

Dopo aver studiato a Palermo mi reputo IPER FORTUNATO di essere un Villarosano!

Il 95% dei Palermitani per me è 'o schif d'o schif, d'o schif, d'o schif dell'ommini!  :ph34r:
E' anche vero che ho conosciuto qualcuno del 5% buono.[/size]  :-D  

Mah! Sarà che io ho conosciuto di persona qualche Palermitano che faceva parte della mia famiglia, ma la mia percentuale di Palermitani "buoni" è del 100%!!!  Forza Palermo!
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osvaldo

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« Risposta #19 inserita:: 26 Novembre 2007, 21:15:49 »

                                                                     L' "aria" di Villarosa
(Le famiglie fondatrici non finiscono mai. Villarosa è un porto... di terra: riceve ed anche lancia chi vuol far fortuna; si diventa e si resta villarosani)
                                                     
Questo è un pezzo della storia d’un nostro concittadino a tutti gli effetti, anche se non nativo di Villarosa.
Era un giorno di fine primavera dei primi anni ’60; due ragazzi di un paese, non proprio vicinissimo al nostro, s’affittano le biciclette… per un quarto d’ora. Arrivano al paese loro vicino e decidono di proseguire per la strada nazionale verso dove non s’erano mai avventurati. Giunti ad un bivio lessero un’indicazione stradale VILLAROSA, i due compari si chiesero dove fosse e convennero d’ inoltrarsi, tanto la giornata era bella e il noleggiatore era un amico.
Benché stanchi e trafelati, il corso che si trovarono davanti, da San Calogero, dispose benevolmente il loro animo. Giunsero in piazza e subito ebbero  la sensazione che c’era qualcosa di  diverso rispetto al loro paesello prettamente agricolo.
Furono colpiti dal fatto che c’erano tanti negozi da cui uscivano i clienti con le sporte piene; macellerie che esponevano quarti di bovini e non solo carne di castrato; tanti bar con molti clienti seduti fuori ai tavoli e altri dentro che consumavano al banco.
Muratori, manovali, imbianchini in giro che lasciavano il lavoro come di consueto per andare a far colazione e molti di essi si fermavano ai bar. Entrati in un negozio d'alimentari restarono meravigliati del fatto che i clienti stabili pagavano a vista la merce che portavano via: al loro paese tutti andavano a far spesa con la "libretta" in mano dove si segnava la spesa che si pagava a raccolto effettuato e venduto!
Notarono furgoni e carretti carichi di materiale di sgombero o di sacchi di calce e cemento, case in costruzione o in fase di riattamento.
Avevano qualche spicciolo ancora ed entrarono nel Bar Centrale per un cono gelato. Furono colpiti più che d’altro dal fatto che le persone che consumavano al banco, invitavano i conoscenti che entravano a prendere qualcosa.
Tutte cose comuni per chi le aveva vissute giorno dopo giorno per tutto il precedente decennio e quindi non si è potuto rendere conto del lento mutare dell’economia e delle usanze che una dopo l’altra si evolvono sotto i propri occhi.
I due ragazzi, abituati ad un ritmo ben più lento e ad un’economia rurale dove il pane si faceva ancora nel forno a paglia, le galline e il maiale si allevavano in casa, le verdure si raccoglievano nell’orto, ora all’improvviso catapultati in un ambiente minerario commercialmente più evoluto e vivo è ovvio che ne rimangano scioccati. Di certo analoga sarebbe stata la reazione di un ragazzo di Villarosa che tutto ad un tratto si fosse venuto a trovare nel cuore d’ una  città.
I due ragazzi si guardarono e convennero che a Villarosa c’era un’ aria diversa.
Il più intraprendente disse all’altro: - Compare, noi verremo a lavorare qui.
Lui almeno fu di parola; non passò molto che venne a Villarosa in qualità di aiutante in un’attività artigiana, più tardi prese in affitto l’impresa. Da decenni  è titolare di una piccola prospera azienda, sempre nel ramo originale.
La storia è autentica, raccontata, nell’ambito d’una discussione occasionale, dallo stesso diretto interessato nel salone del nostro barbiere, dove io e gli altri clienti eravamo casualmente presenti; né io in quel momento minimamente pensavo di esporla per iscritto.
Già io conoscevo i suoi trascorsi di lavoro e di impegno, mi mancava di conoscere il particolare della molla che fece scoccare in lui la decisione di anteporre Villarosa ad altri luoghi.
   Gradirei che questo nostro concittadino e grande lavoratore mi leggesse, o almeno ne avesse sentore,  per verificare che la sua storia, esposta da lui verbalmente e informalmente con semplicità, sia stata da me correttamente raccolta e divulgata; egli stesso potrebbe aggiungere altri particolari o correggere qualche dettaglio. Spero anche che mi consentisse di rendere pubblico il suo nome, perché la sua genuina vicenda gli fa grande onore.
P.S. - Ho avuto modo di parlare col soggetto in questione ed ho visto che ne è rimasto compiaciuto. Non ho avuto il coraggio di chiedergli di darmi il permesso di fare il suo nome. Dal discorso è emerso il particolare della "libretta" di cui non ho potuto trattare nella è prima versione.
   
« Ultima modifica: 10 Aprile 2008, 00:26:23 da osvaldo » Registrato

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« Risposta #20 inserita:: 26 Novembre 2007, 21:28:34 »

Bellissimo aneddoto osvaldo!!!  Buono!
Mi auguro che Villarosa possa continuare a stupire tutti coloro che vi si recano per la prima volta...  Buono!
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« Risposta #21 inserita:: 26 Novembre 2007, 22:47:45 »

Immensamente interessanti gli ultimi due messaggi dell'amico osvaldo.
Rispondo a Palermo Calcio dicendo che i decenni intercorsi da quell'aneddoto hanno segnato irrimediabilmente un declino che non potrà che impressionare negativamente i forestieri che giungono a Villarosa.

In ogni caso restiamo ottimisti!!!
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