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Autore Discussione: Scuole di Villarosa i vostri ricordi  (Letto 42356 volte)
Palermo Calcio

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« Risposta #30 inserita:: 11 Agosto 2007, 17:57:30 »

Bè, ricordo per esempio che molti di noi non avevano esattamente i piedi "alla Maradona" e quindi molto spesso tiravamo il pallone fuori dalla recinzione ed eravamo costretti ad andare fuori per recuperarlo, ovviamente con il permesso delle maestre. Inoltre ricordo anche di avere colpito in volto qualche compagnetta di classe inavvertitamente durante varie fasi "convulse" delle partite che giocavamo... ma fortunatamente senza creare "gravi danni" all'incolumità fisica delle stesse!!!  LOL
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« Risposta #31 inserita:: 30 Ottobre 2007, 21:43:45 »

Sono il concittadino Cateno Corbo: Il mio primo giorno di scuola scoccò nel lontanissimo I° ottobre 1940, al plesso Silvio Pellico; mi accompagnò un figlioccio di mio padre che aveva 13 anni. Quando imboccammo la via Alfieri si presentò alla nostra vista un donna grassissima mai vista prima che avanzava dondolando a destra e a sinistra. In verità, emozionato com'ero, non ci feci tanto caso. Il mio accompagnatore mi volle fare uno scherzo e mi disse: - Quella è la tua maestra!
Il sangue mi si raggelò nelle vene.
Quando mi ritrovai in classe con gli altri 55 compagni [sì, gli scritti eravamo proprio 56, e stavamo seduti stretti stretti 3 in un banco a stento buono per 2], la maestra, quella vera, che bella non era, mi parve una dea:  era la maestra Rizzo Virardi di Enna, vera educatrice, che è rimasta viva nella memoria dei miei compagni, anche in quelli che lasciarono anzi tempo la scuola.

Ora chi meglio d'un poeta può sintetizzare l'indelebile memoria di quei momenti?
Propongo ai Villarosani e agli ex scolari d'ogni tempo questo sonetto del nostro Poeta:


              LA SCOLA

Penzu e nun penzu quannu picciliddu,
la prima vota mi nni jiu a la scola;
penzu ca fici comu lu cardiddu,
ca nesci di la scorcia e si nn'abbola.

Me matri mi vistiu comu un pupiddu,
mi misi cosi ccu li firriola,
e po' mi dissi:-"Statti saggiuliddu!
ma cchiu ccu l'occhi ca ccu la parola.

Mmenzu a li banchi, comu 'ntra 'na gàggia
mamma, la scola nun finiva mai,
ed iu pinzannu a lu me cavadduzzu,

a sciabbuli, a scupetti, avìa 'na raggia
'ntra l'arma, comu ora ca mi sai
senza di tia, e scatasciai a sugghiuzzu.

         VINCENZO DE SIMONE
« Ultima modifica: 01 Marzo 2008, 16:07:09 da osvaldo » Registrato

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« Risposta #32 inserita:: 30 Ottobre 2007, 22:23:23 »

Sono il concittadino Cateno Corbo: Il mio primo giorno di scuola scoccò nel lontanissimo I° ottobre 1940, al plesso Silvio Pellico; mi accompagnò un figlioccio di mio padre che aveva 13 anni. Quando imboccammo la via Alfieri si presentò alla nostra vista un donna grassissima mai vista prima che avanzava dondolando a destra e a sinistra. In verità, emozionato com'ero, non ci feci tanto caso. Il mio accompagnatore mi volle fare uno scherzo e mi disse: - Quella è la tua maestra!
Il sangue mi si raggelò nelle vene.
Quando mi ritrovai in classe con gli altri 55 compagni [sì, gli scritti eravamo proprio 56, e stavamo seduti stretti stretti 3 in un banco a stento buono per 2], la maestra, quella vera, che bella non era, mi parve una dea:  era la maestra Rizzo Virardi di Enna, vera educatrice, che è rimasta viva nella memoria dei miei compagni, anche in quelli che lasciarono anzi tempo la scuola.

Ora chi meglio d'un poeta può sintetizzare l'indelebile memoria di quei momenti?
Propongo ai Villarosani e agli ex scolari d'ogni tempo questo sonetto del nostro Poeta:
                La Scola
Penzu e nun penzu quannu picciliddu,
la prima vota mi nni jiu a la scola;
penzu ca fici comu lu cardiddu,
ca nesci di la scorcia e si nn'abbola.

Me matri mi vistiu comu un pupiddu,
mi misi cosi ccu li firriola,
e po' mi dissi:-"Statti saggiuliddu!
ma cchiu ccu l'occhi ca ccu la parola.

Mmenzu a li banchi, comu 'ntra 'na gàggia
mamma, la scola nun finiva mai,
ed iu pinzannu a lu me cavadduzzu,

a sciabbuli, a scupetti, avìa 'na raggia
'ntra l'arma, comu ora ca mi sai
senza di tia, e scatasciai a sugghiuzzu.

         VINCENZO DE SIMONE

Grazie  per la poesia di De Simone e ancora grazie per la disponibilità a condividere le proprie emozioni.
« Ultima modifica: 30 Ottobre 2007, 22:30:00 da shark » Registrato



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« Risposta #33 inserita:: 31 Ottobre 2007, 02:38:12 »

Il direttore Corbo!!!  Opsss!

E qui mi tornano in mente le innumerevoli volte in cui venivo "spedito" in direzione in compagnia di ex compagni di classe, spesso per motivi ingenui. Ciò fa parte sicuramente del gioco: già alle scuole medie avevo una buona esperienza per non farmi beccare!

Un cordiale saluto al direttore e consorte da parte di Gabriele Restivo.
« Ultima modifica: 31 Ottobre 2007, 02:39:49 da Zio d'America » Registrato



Rommel


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« Risposta #34 inserita:: 31 Ottobre 2007, 07:47:20 »

Osvaldo, grazie per le emozioni e le storie che ci porti,
ma descrivici com'era la scuola in quegli anni di guerra...che si faceva ecc..
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« Risposta #35 inserita:: 31 Ottobre 2007, 14:24:09 »

Io invece ho avuto il piacere di ricevere diverse supplenze alla scuola media, da parte della moglie del direttore. Lei insieme alla cugina Salvina Lo vecchio organizzavano spesso recite, balli, rivisitazioni del patrimonio storico. Personalmente le ho sempre considerate maestre prima di vita, e poi di materia. Essendo alla sezione C e la Professoressa Cosentino alla D non ci si vedeva tutti i giorni..... ma ricordo che ogni mercoledì quando lei si recava al mercato passava dalla mia classe e mi prelevava dicendo: Cettina (mia professoressa di lettere Di Napolitano) prestami o carusu ca naddivirtimu 5 minuti!!!!!. Si andava al mercato insieme, mi comprava i pistacchi, le piaceva il mio comico modo di relazionarmi con la gente. Mi ha sempre apprezzato per quello che ero. Al contrario di tanti miei professori di sezione non in grado di distingure il profitto dal carattere. Ovviamente non tutti i docenti erano daccordo sulla pausa del mercoledì....e se alcuni non mi lasciavano andare con lei al mercato, di tutta risposta mi portava lo stesso la frutta secca e davanti a tutti, guardando il professore delusa, me li passava dalla finestra. Essendo a Milano da tempo non la vedo. Chiedo Gentilmente ad Osvaldo di salutarmela.
Un fortissimo abbraccio.
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« Risposta #36 inserita:: 31 Ottobre 2007, 14:31:08 »

La professoresa Di Napolitano....... Quante volte gli avrò detto che non ero preparato per l'interrogazione....e i 3 che mi metteva...... Sediata Sediata Sediata

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« Risposta #37 inserita:: 01 Novembre 2007, 18:23:49 »

Anch'io ho avuto per qualche mese la prof.ssa Cosentino. E devo dire che in tutto il mio iter di studi, ho avuto pochi docenti così.
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« Risposta #38 inserita:: 01 Novembre 2007, 20:08:09 »

Io ho avuto un professore troppo spacchiuso Pappalardo abitava dietro la trattoria di bognanno, poi si sono trasferiti a roma, lo incontrato l'altro giorno a Villarosa,ogni tanto viene perche ha dei terreni vicino alla diga mitico prof. Grande!
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« Risposta #39 inserita:: 26 Novembre 2007, 19:22:59 »

Io ho dei bellissimi ricordi dei miei studi presso la Scuola Media "Vincenzo De Simone" e mi rammarico fortemente per le notizie che ho letto negli ultimi giorni su Vivienna.it!!! 
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« Risposta #40 inserita:: 29 Novembre 2007, 23:26:20 »

                                              Sul Villaggio Villanova
Prima ancora che sorgesse la "Colonia", che diede subito il nome al luogo intorno, la zona del bivio era indicata da tutti come "a Grada".
Quando sorse l'Ente Zolfi che regolò gran parte della materia in fatto di miniere, si sentì la necessità di creare delle case da destinare agli zolfatai che vivevano in genere in abitazioni poco igieniche. Uguale esigenza si sentì a Caltanissetta dove sorse il corrispondente Villaggio "S.Barbara" a Terrapelata.
Io ero bambino quando si aprì il cantiere edile ma ricordo solo qualcosa:  altri potrebbero integrare meglio.
Direttore dei lavori o impresario era un tal ingegnere Morandi, del continente. Subito si inserì nell'ambiente ed era conosciuto da tutti, grandi e piccoli. Quando qualche muratore o manovale gli chiedeva per strada qualcosa o esponeva un'idea egli rispondeva: - Domani ne parliamo in cantiere. La parola era nuova per i nostri padri; essi avrebbero detto "o travagliu" per indicare il luogo di lavoro. Cantiere tradotto in villarosano fu "Cantìri"
Altro particolare sciocchino è quello che i ragazzi avevano battezzato "u sfasciumi" l'unico camion della ditta che era sempre in giro e che tutti ci aspettavamo che da un momento all'altro dovesse crollare sconquassandosi. A questa scena non abbiamo potuto assistere, perchè quando s'erano appena iniziate a costruire le prime case di via Trento e le ultime tre in fondo alla via Pola erano quasi complete, scoppiò la maledetta guerra. Tutto si fermò.
Sul finire degli anni quaranta riprese la costruzione e sorse la necessità di dare un nome al rione. Ora ero più grandetto e ricordo che mio padre, che era consigliere comunale, ricevette agli inizi degli anni ’50 una convocazione del Consiglio; io ne lessi l'ordine del giorno e scoprii che prevedeva, fra l'altro, di dare un nome al Villaggio. Con frenesia attesi fino a tarda sera il ritorno di mio padre dalla riunione per conoscere la novità. Villanova per me fu una sorpresa perchè m'attendevo un riferimento alla toponomastica locale. Chiesi a mio padre se c'erano state altre proposte e seppi che qualcuno aveva indicato, senza successo, " Villa Grada".
Il nome Villanova, a parte il fatto che ha denominato la scuola, non ha avuto grande fortuna, il rione per gran parte dei villarosani fu e resta “u Cantìri”.
« Ultima modifica: 27 Marzo 2008, 17:46:06 da osvaldo » Registrato

Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me. Emanuele Kant
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« Risposta #41 inserita:: 30 Novembre 2007, 02:38:08 »

A Villanova io c'ho fatto la Scuola Elementare, che ricordi...  :-)

Tra l'altro non ero a conoscenza del fatto che il famoso camion detto "u sfasciumi" risalisse ad un periodo storico antecedente all'inizio della Seconda Guerra Mondiale... 
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« Risposta #42 inserita:: 30 Novembre 2007, 18:20:10 »

                                                 Sul Villaggio Villanova

Prima ancora che sorgesse la "Colonia", che diede subito il nome al luogo intorno, la zona del bivio era indicata da tutti

come "a Grada".

            Quando sorse l'Ente Zolfi che regolò gran parte della materia in fatto di miniere, si sentì la necessità di creare delle case

da destinare agli zolfatai che vivevano in genere in abitazioni poco igieniche. Uguale esigenza si sentì a Caltanissetta dove

sorse il corrispondente Villaggio "S.Barbara" a Terrapelata.

Io ero bambino quando si aprì il cantiere edile ma ricordo qualcosa che altri potrebbero integrare meglio. Direttore dei

lavori o impresario era un tal ingegnere Morandi, del continente. Subito si inserì nell'ambiente ed era conosciuto da tutti,

grandi e piccoli. Quando qualche muratore o manovale gli chiedeva qualcosa o esponeva un'idea egli rispondeva: - Domani ne

parliamo in cantiere. La parola era nuova per i nostri padri; essi avrebbero detto "o travagliu" per indicare il luogo di

lavoro. Cantiere tradotto in villarosano fu "Cantìri"

             Altro particolare sciocchino è quello che i ragazzi hanno battezzato "u sfasciumi" l'unico camion della ditta che era sempre

in giro e che tutti ci aspettavamo che da un momento all'altro dovesse collassarsi sconquassadosi. A questa scena non abbiamo

potuto assistere, perchè quando s'erano appena iniziate a costruire le prime case di via Trento e le ultime tre in fondo alla

via Pola erano quasi complete, scoppiò la maledetta guerra. Tutto si fermò.

Sul finire degli anni quaranta riprese la costruzione e sorse la necessità di dare un nome al rione. Ora ero più grandetto e

ricordo che mio padre, che era consigliere comunale, ricevette la convocazione e io ne lessi l'ordine del giorno che

prevedeva, fra l'altro, di dare un nome al Villaggio. Con frenesia attesi fino a tarda sera il ritorno di mio padre dal

Consiglio per conoscere la novità. Villanova per me fu una sorpresa perchè m'attendevo un riferimento alla toponomastica

della zona. Chiesi a mio padre se c'erano state altre proposte e seppi che qualcuno aveva indicato, senza successo, " Villa

Grada".

            Villanova, a parte il fatto che ha dato il nome alla scuola, non ha avuto grande fortuna, per gran parte dei villarosani fu e

resta sempre "u Cantiri".


non sapevo dell'origine do Cantìri. Grazie!
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« Risposta #43 inserita:: 14 Settembre 2008, 22:12:40 »

Ricordo che nell'anno scolastico 1972-73 si formò, per la prima volta a Villarosa, una prima media mista costituita da ragazzi e ragazze che alle scuole elementari si erano distinti per il comportamento. In quella classe finii anch'io. Ricordo la preside Fusco e il suo discorso di inizio anno incentrato sul fatto che quella era la prima volta di una classe  mista, quindi si affidava a noi per non fare fallire l'esperimento. Sapete come finì? Che noi siamo stati i primi anche ad organizzare uno sciopero a scuola perchè non condividevamo alcune cose. Quel giorno ci assentammo tutti e trascorremmo la mattinata al bar Royal per evitare di incontrare i nostri genitori! Immaginatevi cosa successe l'indomani a scuola quando la preside ci convocò nel suo ufficio.
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« Risposta #44 inserita:: 06 Ottobre 2008, 09:46:17 »

Ricordo che nell'anno scolastico 1972-73 si formò, per la prima volta a Villarosa, una prima media mista costituita da ragazzi e ragazze che alle scuole elementari si erano distinti per il comportamento. In quella classe finii anch'io. Ricordo la preside Fusco e il suo discorso di inizio anno incentrato sul fatto che quella era la prima volta di una classe  mista, quindi si affidava a noi per non fare fallire l'esperimento. Sapete come finì? Che noi siamo stati i primi anche ad organizzare uno sciopero a scuola perchè non condividevamo alcune cose. Quel giorno ci assentammo tutti e trascorremmo la mattinata al bar Royal per evitare di incontrare i nostri genitori! Immaginatevi cosa successe l'indomani a scuola quando la preside ci convocò nel suo ufficio.

Bella questa, avete inaugurato la stagione degli scioperi ma alla fine il test andò a buon fine? una domanda avevate il grembiule alle medie?
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