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Autore Discussione: Fiabe italiane e fiabe estere  (Letto 21598 volte)
lia


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« inserita:: 31 Gennaio 2007, 07:49:16 »

     CIAO ai lettori di fiabe !

Poiché ho visto in questo settore di 'libri e fiabe' più di 1 intervento su 'fiabe', pare che ci sia qualcuno (Nephilem soltanto....?) interessato alle fiabe.               Non ho da recensire fiabe, bensì da aggiungere un intervento da 'madre' che di fiabe ne ha lette tantissime a suo figlio (ed io stessa da piccola).             A mio figlio ho letto tantissime fiabe della raccolta 'Fiabe' di Jacob e Wilhelm Grimm  (3 volumi in cofanetto) della OSCAR Mondadori  (mica tutte, nè : ho selezionato quelle che NON  erano del genere :"se ti comporti male, ti succederanno dei guai.   Bisogna selezionarli un po').

Dopo la lettUra insieme di queste fiabe sono passata alla lettura (molto poco conosciuta! Per questo la segnalo qui.) delle 'FIABE ITALIANE' di Italo Calvino , sempre di Oscar Mondadori        (allora consistente in 2 volumi.    Purtroppo non so darvi altri dati, perché pare che mio marito proprio questa raccolta di fiabe l'abbia sistemato in cantina e... quindi ... è diventato introvabile.)
Era una bella raccolta, di cui mi ricordo ora vagamente qualche racconto di 'Prezzemolina' e TUTTO UN CAPITOLO dedicato alle storie (siciliane) di Giufà !!  (.... Giufà pare sia di origine araba (= Giuha)                 Visto che mio marito è siciliano, mi è parso bello raccontarle anche a mio figlio e francamente sono piaciute sia a lui che a me.        Non so se questa edizione sia ancora in commercio.        Su Internet ho trovato solo una edizione del 2006 delle 'Fiabe italiane' di Italo Calvino, ma in 1 unico volume e non si indica l'esatto contenuto.       
 Sarebbe interessante anche per persone italiane, non solo siciliane.                 Spesso il mondo delle fiabe, raccontato ai bambini, sovrabbonda di fiabe nordiche (dei fratelli Grimm, di Perrault, di Andersen), ma NON VALORIZZA abbastanza quanto vi è di BUONO nella CULTURA ITALIANA !      Forza Italia!    Forza Italia!

Dopo tutto questo, ho voluto raccontare a mio figlio qualche fiaba di Andersen, ma quelle di Hans Christian Andersen, di cui Nephilem racconta quella del 'vestito nuovo dell'imperatore' a mio figlio NON sono piaciute. Forse non era più nell'età da fiabe o forse avevo già sentito quelle che che a lui erano piaciute di più, non lo so...          Ricordo che quelle di Andersen a me stessa erano piaciute di più quando io stessa ero un po' più grandicella (dai 10 ai 12 anni), cioè completamente autonoma nelle mie letture.      Francamente le fiabe di Andersen si trovano forse a metà strada : non tanto adatte ai piccolissimi, ma (o in parte) più ai grandicelli.            Andersen ha sopratutto la caratteristica nelle sue fiabe, di considerare il mondo da un'altro punto di vista del solito, cioè un modo caratteristico per aprire la mente di un bambino/a -ragazzo/a ad incominciare a relativizzare il mondo.                   [Le fiabe più note di Andersen sono le seguenti:     
- i vestiti nuovi dell'imperatore  /  - la principessa sul pisello / - la sirenette / - il soldatino di stagno / - Il guardiano dei parola censurata / - l'usignolo / - il brutto anatroccolo / - la fiammiferaia  / - l'ultimo sogno delle vecchia quercia (A. Branduardi la canta) /- Quel che fa il babbo è sempre giusto.
Ecco tutto quello che avevo da dirvi.
Evviva la CULTURA ITALIANA, pure nel mondo delle fiabe.
 
[Mio marito si ricorda della sùa infanzia che a Villarosa si raccontavano ancora le storielle a voce, anche nelle strade, davanti alla porta di casa.    Si ricorda vagamente un titolo, ma non sa se era proprio quello: U sulazzu de li picciriddri' ?? ]       
« Ultima modifica: 07 Febbraio 2007, 08:08:51 da lia » Registrato

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« Risposta #1 inserita:: 01 Febbraio 2007, 14:58:53 »

benvenuta lia!! sono felice che hai scritto anche tu qualcosa...soprattutto per quanto riguarda le fiabe che come avrai notato Non sono molte cmq fa sempre piacere ogni tanto leggerle,almeno a me. spero che in seguito ci racconterai anche a noi una fiaba!!!grazie 
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« Risposta #2 inserita:: 01 Febbraio 2007, 17:56:40 »

bhè io di fiabe non ne conosco tante, da piccolo non me ne raccontavano... spesso!  sapete provengo da una famiglia dove il papà avvocato, quindi sempre impegnato e mia madre essendo solo casalinga stava dietro a mio padre... quindi le uniche fiabe che ho sentito le ho ascoltate dalla narrazione di persone estranee dal mio nucleo familiare. Poi adesso che sono cresciuto, il destino ha voluto che io non avessi figli quindi non ho il piacere di raccontarle, tranne qualche sporadica storiella raccontata alla sera quando cerco di far addormentare una cucciolotta per tel. che di dormire non ne vuole sapere  :-D ed  esaurito il mio repertorio me le devo pure inventare sul momento.

Cmq lia, anche se io sono stato uno dei rari utenti che ha scritto una fiaba in questa sezione, come avrai notato mi sono dedicato più sui romanzi, hai campo libero, dai sfogo a tutto il tuo repertorio, ma questo invito te lo ha già rivolto il moderatore.
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« Risposta #3 inserita:: 02 Febbraio 2007, 10:06:16 »

A Nephilem ed altri (era Asia) frequentatori di questa sezione :

Sì, Nephilem, ho notato che hai fatto tanti altri interventi su libri vari, ma cmq io non sono tanto la tipa che ama recensire i libri che legge!
           
Alle volte è proprio impossibile, perché saggi su argomenti quasi non riesumibili, stile sull'educazione, sulla psicoanalisi e l'educazione oppure, per es, , sulla vita in Cina  ...  , altre volte perchè sarei già troppo indaffarata fra vita ora più casalinga ed altre occupazioni mie.
Cmq sentirete ancora da parte mia.           Ve lo prometto!
Per stamani oramai dovrò lasciare il computer ad altre persone in casa e poi ho le mie occupazione altrove.
Forse domattina vi racconterò una favola di Andersen o altri...?
Vi potrei raccontare tante cose...   anche b... alle, non vi piacerebbe?!         Salutoni, Lia      Linguaccia  Linguaccia
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« Risposta #4 inserita:: 02 Febbraio 2007, 12:17:13 »

Cmq cara lia qualsiasi cosa vorrai raccontare, mi troverai seduto sul tappeto vicino al caminetto, con le gambe incrociate pronto per ascoltarti...  Buono! bhè non solo io, ma sicuramente in molti si fermeranno per ascoltarti  timido tu inizia, al resto... a tutto cè tempo!  cool
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« Risposta #5 inserita:: 02 Febbraio 2007, 20:12:46 »

WAUUWW !!     Nephilem! 

Ti troverei (ho un attimino il computer libero, ora. Non capita quasi mai a quest'ora del giorno.) ... seduto sul tappeto vicino al camino ad ascoltare le mie storie !! Wauuww!!
Che atmosfera prospetti... o, meglio, che attento ascoltatore saresti...        :-D     Linguaccia

Cmq per domani mattina vi ho già scelto una brevissima fiaba di Andersen e, sapete..?.. mi viene persino la voglia di raccontarvi in seguito anch'io delle letture fatte in passato...   , stile su scrittori francesi dell'800 ed 1 del 900 (Albert Camus), magari riportando le recensioni altrui con aggiunte mie.... 
Chissà cos'altro verrà fuori.
Datemi tempo...   
Forse vi aprirò ...?... orizzonti nuovi??    Linguaccia

Mio padre è stato per noi - schiera di figli - quello che di sabato o di domenica inventava storielle, prima di andare a letto (questo sotto i 10-12 anni).
Poi, a darmi la voglia di leggere ci sono state anche la suore a scuola (alle elementari: mentre noi ragazze imparavamo i primordi di certi lavori femminili (cucito, lavori all'uncinetto e a maglia loro ci leggevano storie da libri avventurosi o meno..).   Ciao, ciao.    :-D
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« Risposta #6 inserita:: 02 Febbraio 2007, 22:21:54 »

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Che atmosfera prospetti... o, meglio, che attento ascoltatore saresti...

grazie, per le belle parole lia davvero! Di fatti essendo a digiuno di fiabe fin da piccolo mi hanno tenuto a stecchetto, non vedo l'ora di ascoltarti, così quello che non ho avuto da fanciullino , l'avrò da grande...  Linguaccia

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Ti troverei (ho un attimino il computer libero, ora. Non capita quasi mai a quest'ora del giorno.) ... seduto sul tappeto vicino al camino ad ascoltare le mie storie !! Wauuww!!

In effetti lia ho sempre sognato da piccolo sedermi a terra su di un tappeto grande a gambe incrociate, ed ascolatre fiabe, ma visto che non ho potuto esaudire da piccolo questo mio desiderio, mi accontento di immaginarlo. A casa il camino cè, il tappeto pure, una bella poltrona comoda, ma... non ho chi mi racconta favole  Pianto

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Forse vi aprirò ...?... orizzonti nuovi??

se non sono gli orizzonti sicuramente stuzzicherai la fantasia... e che non impari un po di fiabe, con la speranza ( ahimè molto remota) di diventare papà.
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« Risposta #7 inserita:: 03 Febbraio 2007, 08:35:11 »

Eccovi qui una FIABA sconosciuta di Hans Christian ANDERSEN :

la cito per intero, proprio perchè breve, dai 2 volumi  (volume II) riuniti in cofanetto della Oscar Mondadori.

Cito questa fiaba, perché è abbastanza significativa /rappresentativa delle fiabe in generale che Andersen ha scritto (vedi mio primo intervento sotto 'fiabe italiane' ),

Titolo:  IL  FARFALLONE                     (sì, non stupitevi,   Oooh    è proprio questo il titolo!       Francamente io stessa non me la ricordavo e, leggendola, mi è anche venuto il (lecito ? ) dubbio che 1 delle accezioni/significati  di questa parola italiana (cioè, quella di 'persona fatua e incostante') potesse avere la sua derivazione etimologica da questa favola di Andersen...)

"Il farfallone voleva una fidanzata, che naturalmente doveva essere un grazioso fiorellino. Guardò tutti i fiori, ciascuno se ne stava tranquillo e piegato sul suo stelo, come una signorina deve stare quando non è ancora fidanzata; ma ce n'erano tanti tra cui scegliere, era difficile, e il farfallone non aveva voglia di stare a cercare; così volò dalla margheritina.   I francesi la chiamano Marguerite, e sanno che è capace di prevedere il futuro, come fa quando gli innamorati le staccano un petalo dopo l'altro chiedendo: "M'ama, non m'ama, di cuore, con dolore, mi ama molto, mi ama poco?" o cose simili.  Ognuno chiede nella sua lingua.  Anche il farfallone giunse per chiederle qualcosa, non le staccò i petali, ma li baciò uno per uno pensando che con la gentilezza si ottiene di più.
<<Dolce margheritina Marguerite!>>  dis se << lei è la donna più intelligente di tutti i fiori ! Lei sa prevedere il futuro ! Mi dica,la troverò oppure no ? E chi sarà ? Quando lo saprò, andrò direttamente da lei a chiederle la mano ? >>
Ma Marguerite non rispose affatto. Non le piaceva essere chiamata donna, perchè era una signorina, e quindi non era una donna. Lui le fece le stesse domande una seconda e poi una terza volta, ma non ottenendo neppure una parola da lei, non ebbe più voglia di chiedere di nuovo, e se ne andò via a cercarsi la fidanzata da solo.
Si era all'inizio della primavera, era pieno di crochi e di bucaneve.   << Sono bellissime !>>  esclamò il farfallone  << sembrano graziose cresimande; ma un po' insipide. >>     Come tutti i giovani, lui preferiva le ragazze un po' più mature.  Allora volò dagli anemoni, ma erano un po' troppo acidi, le violette erano troppo romantiche, i tulipani troppo pomposi, le giunchiglie troppo borghesi, i fiori di tiglio piccoli e poi avevano una famiglia troppo numerosa; i fiori di melo sembravano proprio delle rose, ma un giorno c'erano e il giorno dopo erano già caduti, secondo come soffiava il vento e quello sarebbe stato un matrimonio troppo breve a sua avviso.
Il fiore del pisello era quello che più gli piaceva, era rosso e bianco, tenero e sottile, proprio come quelle ragazze di casa che sono carine e anche brave in cucina.  Stava per chiedere la mano, quando vide proprio lì vicino un bacello con un fiore appassito in cima.   << Che cos'è ?>>  chiese.       << Mia sorella >> disse il fiore di pisello.
<< Ah, col tempo sarà anche lei così ! >>  e, spaventato, il farfallone se ne volà via.
I caprifogli pendevano dalle siepi, erano tante signorine col viso lungo e la pelle gialla, proprio di quelle che a lui non piacevano. Già, ma che cosa gli piaceva? Chiedeteglielo un po' !
La primavera passò. Anche l'estate passò e poi l'autunno; lui era sempre allo stesso punto. I fiori misero i loro vestiti più belli, ma a cosa serviva, ora che non c'era più la fresca e profumata giovinezza? Con la vecchiaia si bada sempre meno al profumo, e poi non è detto che le peonie o la malvarosa abbiano un profumo particolare.  Così il farfallone andò dalla menta.
<< Non ha nessun fiore, ma è come se fosse un fiore solo, profuma dalla testa ai piedi, ha il profumo dei fiori in ogni sua folia. Scelgo questa ! >>
E le chiese la mano.
Ma la menta rimase immobile e tranquilla e alla fine disse:   << Amicizia, ma niente di più ! Io sono vecchia e anche lei è vecchio ! Potremmo tranquillamente vivere uno per l'altro senza sposarci.  Non rendiamoci ridicoli alla nostra età ! >>
E il farfallone non sposò nessuno.  Aveva cercato troppo a lungo, e questo non si deve fare.  Divenne uno scapolone, come si dice.
Alla fine dell'autunno si mise a piovere e venne la nebbia, il vento soffiava freddo nella schiena dei vecchi salici, e li faceva scricchiolare. Non era affatto bello volare per la campagna coi vestiti dell'estate: l'entusiasmo sbollisce, come si dice. Ma il farfallone non volò fuori, casualmente era entrato in una porta dove c'era del fuoco in una stufa, faceva caldo come d'estate, lì si poteva vivere, ma  <<vivere non è
abbastanza >>  disse  << il sole, la libertà, e un fiorellino bisognerebbe avere ! >>
Così volò contro il vetro, fu visto, ammirato e puntato con uno spillo in una casetta di vetro. Di più non si poteva fare.
<< Adesso ho anch'io un gambo proprio come i fiori ! >> commentò il farfallone  << non è poi tanto comodo ! E' un po' come essere sposati: si è legati ! >> aggiunse per consolarsi.
<< E' una misera consolazione !>> dicevano i fiori dei vasi.
<< E' meglio non fidarsi dei fiori dei vasi >> pensava il farfallone  << vivono troppo a contatto con gli uomini. >>

+ + + + +         FINE della fiaba.   

Nei  giorni a venire visiterò, naturalmente, ancora questa sezione dei 'Libri & fiabe' e vedrò se inserire altro oppure reagire a cose inserite da parte vostra.                   Ciao,         :-D   :-)  ,   "ragazzi" !

       


   

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« Risposta #8 inserita:: 04 Febbraio 2007, 19:49:48 »

bella, molto bella, come fiaba, l'ho stampata, così potrò leggerla a qualche bambino di mia conoscenza...
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« Risposta #9 inserita:: 04 Febbraio 2007, 20:24:30 »

L'Angelo
di Hans Christian Andersen



Ogni volta che un bambino buono muore, scende sulla terra un angelo del Signore, prende in braccio il bimbo morto, allarga le grandi ali bianche e vola in tutti i posti che il bambino ha amato, poi coglie una manciata di fiori, che porta a Dio affinché essi fioriscano ancora più belli che sulla terra. Il buon Dio tiene i fiori sul suo cuore, ma a quello che ha più caro di tutti dà un bacio, e questo riceve la voce e può cantare col coro dei beati.
Tutto questo veniva raccontato da un angelo del Signore, mentre portava un bambino morto in cielo, e il bambino lo sentiva come in sogno; e volavano per la casa, nei luoghi dove il bambino aveva giocato, e poi nei deliziosi giardini pieni di fiori bellissimi.
«Quale dobbiamo prendere da piantare in cielo?» chiese l'angelo.
Nel giardino si trovava un alto roseto, ma un uomo cattivo aveva spezzato il fusto, così tutti i rami, pieni di grandi gemme sbocciate a metà, si erano piegati e appassivano.
«Povera pianta» disse il bambino «prendi quella, così potrà fiorire presso Dio!»
E l'angelo raccolse quella pianta, e diede un bacio al bambino, così egli aprì un po' gli occhietti. Colsero quei magnifici fiori, ma presero anche la disprezzata calendula e la selvatica viola del pensiero.
«Adesso abbiamo i fiori!» disse il bambino, e l'angelo annuì, ma ancora non volarono verso Dio. Era notte e c'era silenzio; rimasero nella grande città e volarono in una delle strade più strette, dove si trovava un mucchio di paglia, cenere e spazzatura: c'era stato un trasloco; dappertutto c'erano pezzi di piatti, schegge di gesso, cenci e vecchi cappelli sgualciti, tutte cose molto brutte.
E l'angelo indicò, in tutta quella confusione, alcuni cocci di un vaso di fiori; lì vicino c'era una zolla di terra che era caduta fuori dal vaso, ma che era rimasta compatta a causa delle radici di un grande fiore di campo appassito, che non valeva più nulla e per questo era stato gettato.
«Portiamolo con noi! » disse l'angelo «poi, mentre voliamo, ti racconterò perché.»
E così volarono e l'angelo raccontò:
«Laggiù, in quella strada stretta, in un seminterrato, viveva un povero ragazzo ammalato; fin da piccolo era rimasto sempre a letto, quando proprio si sentiva bene poteva camminare per la stanza con le stampelle, ma non poteva fare altro. In certi giorni d'estate i raggi del sole arrivavano per una mezz'ora nella stanzetta del seminterrato, allora il ragazzino si metteva seduto a sentire il caldo sole su di lui e guardava il sangue rosso che scorreva nelle sue dita sottili, che teneva davanti al viso; in quei giorni si poteva dire:
«Oggi il piccolo è uscito!».
Conosceva il verde primaverile del bosco solo perché il figlio del vicino gli portava il primo ramo di faggio con le foglie e se lo alzavano sul capo e sognava di trovarsi sotto i faggi col sole che splendeva e gli uccelli che cantavano. Un giorno di primavera il figlio del vicino gli portò anche dei fiori di campo, e tra questi ce n'era per caso uno ancora con le radici: perciò fu piantato in un vaso e messo sulla finestra vicino al letto.
Il fiore, piantato da una mano amorevole, crebbe, mise nuovi germogli e ogni anno fiorì. Questo divenne il giardino meraviglioso del ragazzo malato, il suo piccolo tesoro sulla terra. Lo bagnava e lo curava e si preoccupava che ricevesse anche l'ultimo raggio di sole, che penetrava dalla bassa finestrella; e il fiore cresceva anche nella fantasia del ragazzo, perché fioriva per lui, per lui emanava il suo profumo e gli rallegrava la vista.
E quando il Signore chiamò il ragazzo, egli si volse, morendo, verso quel fiore. Da un anno è ormai presso Dio, e per un anno intero il fiore è rimasto abbandonato sulla finestra e è appassito. Per questo è stato gettato tra la spazzatura durante il trasloco. E proprio quel fiore, quel povero fiore appassito noi l'abbiamo messo nel nostro mazzo, perché quel fiore ha portato più gioia che non il più bel fiore del giardino reale.»
«Ma come sai tutte queste cose?» domandò il bambino che l'angelo portava in cielo.
«Lo so, perché ero io stesso quel povero ragazzo malato che camminava con le stampelle!» spiegò l'angelo. «E conosco bene il mio fiore!»


Ho pensato che farebbe piacere ascoltarle o nel nostro caso leggerle le fiabe ogni tanto, e girando per il web ho trovato questa... e ho pensato, perchè no! parla di angeli....



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« Risposta #10 inserita:: 05 Febbraio 2007, 08:23:16 »

 :-D     :-D     , Ha , Ha, Nephilem :         qualche 'bambino' di tua conoscenza è pure  un po' farfallone' ?

La fiaba col titolo 'L'angelo' di Andersen trova  QUASI i  il suo eguale in altra fiaba di Andersen, dove una bimba malata 'rifiorisce' e riprende vitalità, perchè, mentre la sua mamma (unico gentiore rimastole) lavora sempre fuori, lei rimane a casa e vede, nella sua mansarda, fiorire fuori della sua finestra un fiore di pisello, di cui il seme è volato lì per caso.
Ma questa fiaba che tu citi è molto più estesa per contenuto e ..  poi ha soprattutto l'angelo!   
           
                        Al prossimo incontro sul sito !               :-)   
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« Risposta #11 inserita:: 05 Febbraio 2007, 12:34:30 »

:-D     :-D     , Ha , Ha, Nephilem :         qualche 'bambino' di tua conoscenza è pure  un po' farfallone' ?

La fiaba col titolo 'L'angelo' di Andersen trova  QUASI i  il suo eguale in altra fiaba di Andersen, dove una bimba malata 'rifiorisce' e riprende vitalità, perchè, mentre la sua mamma (unico gentiore rimastole) lavora sempre fuori, lei rimane a casa e vede, nella sua mansarda, fiorire fuori della sua finestra un fiore di pisello, di cui il seme è volato lì per caso.
Ma questa fiaba che tu citi è molto più estesa per contenuto e ..  poi ha soprattutto l'angelo!   
           
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perchè non la racconti!!!!! sono curioso di leggerla
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« Risposta #12 inserita:: 05 Febbraio 2007, 12:46:48 »

Fratellino e Sorellina

di Jachob e Wilhelm Grimm


C’era una volta una capanna in mezzo al bosco, dove vivevano due bambini, fratello e sorella, con il babbo, perché la mamma era morta. Si sentivano abbastanza soli e furono contenti quando il babbo decise di risposarsi. Speravano che la matrigna avrebbe fatto loro da mamma, che fosse una donna buona, che li amasse e, li consolasse quando si sentivano tristi.
Ma la matrigna era una strega astuta e cattiva, che detestava i due bambini. Sgridava e picchiava Fratellino e Sorellina per qualsiasi inezia, e spesso li metteva in castigo senza ragione.
I bambini erano molto infelici, pensavano sempre con nostalgia alla loro mamma, e sapevano che sarebbe stata triste nel vederli soffrire così.
Decisero allora di andarsene da quella casa.
La sorellina disse:
- Andiamo, Fratellino. Ci faremo compagnia e non ci lasceremo mai.
Approfittarono di un momento in cui la matrigna si era addormentata e fuggirono nel bosco.
Corsero quanto più poterono per non essere ritrovati. Dormirono nel bosco e il mattino dopo, sentendo il rumore di un ruscello, vi si diressero per bere almeno un po’ d’acqua.
Fratellino stava per bere, ma la sorella lo fermò. Aveva udito la sorgente mormorare:
- Chi mi beve diventa una tigre! Chi mi beve diventa una tigre!
- Fratellino, non bere! - supplicò - Altrimenti diventerai una tigre e mi sbranerai.
-Va bene, - sospirò - andiamo a cercare un'altra sorgente.
Poco dopo trovarono un ruscelletto, ma anche questo mormorava:
- Chi mi beve diventa un lupo! Chi mi beve diventa un lupo!
- Oh, Fratellino mio, non bere! Altrimenti diventerai un lupo e mi mangerai.
Il fratellino borbottò:
- Va bene, cerchiamo un'altra sorgente; ma non resisto più.
Era opera della matrigna, che aveva stregato tutte le fonti del bosco.
Anche la terza fonte mormorava:
- Chi mi beve diventa un capriolo! Chi mi beve diventa un capriolo!
- Fratellino mio, non bere! Altrimenti diventerai un capriolo e fuggirai.
Ma Fratellino non l'ascoltò e bevve a sazietà. Subito si trasformò in un grazioso capriolo dal pelo macchiato di bianco.
Sorellina, vedendolo, scoppiò a piangere disperata:
- Non so come faremo, ma abbiamo giurato di non lasciarci mai, perciò ti terrò con me e continueremo la strada insieme.
Dopo un po’ trovarono una casetta solitaria.
- Ci fermeremo qui. - disse la sorellina - Ti preparerò un bel giaciglio, e ogni giorno andrò a cercare da mangiare per me e per te.
La sera Sorellina chiudeva gli occhi con la testa appoggiata al dorso di Fratellino.
La vita scorreva così, abbastanza tranquilla, anche perché il capriolo poteva parlare e i due fratelli potevano ancora chiacchierare tra loro.
Ma un mattino nel bosco risuonò l'abbaiare di cani e uno squillare di corni.
Era il giovane re del paese che aveva organizzato una battuta di caccia.
Il capriolo fu preso dalla smania di uscire.
.... Oh, Sorellina mia! - supplicò. - Lasciami andare ad assistere alla caccia, ti prego.
La sorellina non voleva e cercò sulle prime di opporsi, ma tanto il fratellino nelle spoglie del capriolo insistette che alla fine dovette cedere.
- Quando tornerai – raccomandò – dovrai dire: «Sorellina, fammi entrare», così io potrò riconoscerti. Altrimenti non aprirò a nessuno perché ho paura dei cacciatori.
Fratellino promise e in un momento scomparve nel bosco. Quel giorno si divertì moltissimo: facendosi vedere dai cacciatori ed eludendo ogni volta il loro inseguimento.
Verso sera ritornò: - Sorellina fammi entrare!
La sorellina aprì subito.
Il giovane re intanto decise che doveva proprio catturare, ma vivo, quel dispettoso capriolo che per tutto il giorno li aveva fatti correre beffandosi di loro. E all'alba la caccia ricominciò.
Fratellino volle uscire, e per la seconda volta si fece beffe di tutti, cacciatori e cani, apparendo e sparendo come il lampo.
Uno dei cacciatori però riuscì a seguirlo fino alla casetta e lo sentì dire:
- Sorellina, fammi entrare! - e vide anche una bella fanciulla che apriva la porta e accoglieva fra le braccia il capriolo.
Il cacciatore ritornò dal re e gli narrò ogni cosa. Il re desiderò ancora di più catturare vivo quel capriolo.
- Non devi uscire più, Fratellino, – diceva intanto Sorellina - altrimenti i cacciatori ti uccideranno, e io resterò sola in questo bosco!
Ma l’istinto di capriolo era forte e il mattino dopo ricominciò a supplicare:
- Sorellina, lasciami andare!
- Va bene: ma ti prego, torna presto, altrimenti morirò io!
Il capriolo spiccò un balzo e dileguò fra i cespugli.
Il re e i suoi cavalieri erano già pronti e inseguirono il capriolo fino a sera, senza però riuscire a prenderlo. Alla fine il re diede ordine di lasciarlo in pace, poi andò alla capanna, bussò e disse:
- Sorellina, fammi entrare!
La fanciulla aprì, ma restò di stucco vedendo davanti a sé non il fratellino in forma di capriolo ma un giovane con un manto di porpora e di ermellino e una corona d'oro sulla testa.
- Dov'è il mio fratellino? È morto? - chiese Sorellina singhiozzando disperatamente.
Il giovane re tentò di tranquillizzarla.
- Com’è possibile che siate sorella di un capriolo! Certamente si tratta di un incantesimo!
Sorellina raccontò le sue sventure e quelle di Fratellino.
l re, incantato dalla bellezza della fanciulla, decise di aiutarla, e di condurre con sé i due fratelli al suo palazzo, dove sarebbero stati al sicuro:
- Farò immediatamente arrestare la vostra matrigna e la obbligherò a togliere l'incantesimo.
In quel momento rientrò anche il capriolo, che andò ad accucciarsi ai piedi di Sorellina.
Poi, tutti insieme, partirono alla volta del palazzo.
Là il re chiese la mano di Sorellina, che acconsentì, felicissima, perché già si era innamorata del re, che era bello e coraggioso.
Si fece una grande festa per festeggiare le nozze. Poi furono mandate delle guardie ad arrestare la matrigna.
Ma lei rifiutò di liberare Fratellino dall'incantesimo. Allora il re la condannò al rogo.
Non appena fu bruciata, il capriolo si accasciò a terra, e Fratellino ritornò a vivere con il proprio aspetto: nel frattempo anche lui era diventato un bellissimo giovane.
Fratello e sorella, promettendo in cuor loro che mai si sarebbero lasciati, si abbracciarono e abbracciarono anche il re; poi tutti vissero insieme felici e contenti.
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« Risposta #13 inserita:: 06 Febbraio 2007, 09:44:51 »

Ehi, anche questa favola dei fratelli GRIMM non è per niente male!

Ma sappi, Nephilem, che continuiamo a citare fiabe STRANIERE in un sito denominato 'fiabe italiane'!
Non sarebbe meglio citare quelle straniere in una 'nuova discussione' ?

Stamani sono entrata troppo tardi nel sito ed ho oramai poco tempo per scrivere.    Ho altro da fare dentro e fuori casa e dovrò lasciar il computer ad altre persone in casa.

Prometto che domani racconterò ancora una fiaba piccola ò di Andersen oppure dei fratelli Grimm.

(A proposito delle 'Fiabe italiane' raccolte da Italo Calvino, qualche gg. fa mio marito mi ha ricordato pure quella di Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno.         Se non mi inganna la memoria, questa fiaba c'era pure nella raccolta di Italo Calvino ed è tipicamente meridonale.)
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« Risposta #14 inserita:: 06 Febbraio 2007, 10:34:11 »

Ehi, anche questa favola dei fratelli GRIMM non è per niente male!

Ma sappi, Nephilem, che continuiamo a citare fiabe STRANIERE in un sito denominato 'fiabe italiane'!
Non sarebbe meglio citare quelle straniere in una 'nuova discussione' ?

Stamani sono entrata troppo tardi nel sito ed ho oramai poco tempo per scrivere.    Ho altro da fare dentro e fuori casa e dovrò lasciar il computer ad altre persone in casa.

Prometto che domani racconterò ancora una fiaba piccola ò di Andersen oppure dei fratelli Grimm.

(A proposito delle 'Fiabe italiane' raccolte da Italo Calvino, qualche gg. fa mio marito mi ha ricordato pure quella di Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno.         Se non mi inganna la memoria, questa fiaba c'era pure nella raccolta di Italo Calvino ed è tipicamente meridonale.)
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cara lia, invece di fare un nuovo topic, cambia titolo della discussione, aggiungendo fiabe straniere... ma se ti fa piacere aprire un nuovo topic, dobbiamo dire ad asia che sposti i post.
Mi fa piacere che ti sia piaciuta la fiaba dei fratelli grimm, come vedi io di tempo adesso ne ho un po di più rispetto al passato, ma per il semplice motivo che sono a casa con l'influenza.

Se non sbaglio Bertoldo, Bertoldino e cacasenno non hanno fatto pure un film?
alla prossima  lia   angel Nephilem
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