Rommel
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« inserita:: 26 Aprile 2008, 13:01:04 » |
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In questi giorni rleggendo alcuni appunti raccolti durante la lettura di alcuni testi a cavallo tra il 700 e l'800, ho fatto un interessante scoperta su Villarosa.. cosa forse già nota a molti, ma non a tutti spero
Per cui sfogliando una rivista di "scienze dell'800 mi sono soffermato sulla trascrizione di un discorso avvenuto presso l'accademia gioenia, dell'unversità di catania, nel lontano 11 novembre 1824, si tratta di una relazione di tipo scientifico fatta da uno studioso, dal canonico Giuseppe Alessi, membro della suddetta accademia; la discussione fu fatta davanti alle "Eccellenze del Governo" e trascritta e raccolta in una pubblicazione. la dissertazione aveva come oggetto le caratteristiche mineralogiche del territorio di Enna, in diversi passaggi si parla di Villarosa, direttamente ed indirettamente;
riporto qui di seguito gli stralci significativi, non tanto legati al tecnicismo della materia o al ruolo della scoperta, ma al contrario per testimoniare come da centro agircolo e rurale, Villarosa, si stava trasformando, a inizio '800 in polo minerario. L'interesse era, attraverso queste ricerche, di trovare conferma della sussistenza di giacimenti zolfiferi e della loro sfruttabilità.
La relazione conferma, dopo una ricognizione sul territorio, la presenza di diversi minerali.. .certamente di zolfo in diverse forme, lo scienziato non si preoccupa dello sfruttamento ma annota tutto, il territorio di Enna, è esaminato nella sua interezza
La relazione non cambierà la storia, ma la accompagnerà confermando l'attenzione al territorio di Enna per le sue ricchezze nel sottosuolo. Per capire valenza e importanza dell'intervento serve un breve e rapido accenno alla situazione dello zolfo è necessario per contestualizzare la cosa...
Quando il Canonico Alessi, compì il suo studio attraverso la visita ai luoghi di cui parla
era in fase di sviluppo l'industria dello zolfo, che di li a poco sarebbe cresciuta in maniera importante. una crescita che subirà una crisi nel giro di 15 anni: una crisi di sovrapproduzione.
Tra il 1824 ed il 1837, aumentò il numero di giacimenti sfruttati e l'eccesso di zolfo estratto portò ad un crollo del prezzo, ad un eccesso di scorte, ad una crisi occupazionale.
E' chiaro che la crisi fu anche l'effetto indiretto di guerre e accordi commerciali delle "grandi potenze della restaurazione", ... fu cosi che per uscire dalla crisi e svuotare i magazzini, ma sopratutto riprendere la produzione: nel 1838, il Re addivenì alla soluzione monopolistica: tutta la produzione/estrazione, assegnata a prezzo fisso ad unico interlocutore che comprava tutto il minerale.
L'esclusiva fu data alla TAIX AYCARD società francese, e poi... ....ma questa è un'altra storia...... che approfondiremo un'altra volta
vi lascio al documento e alla sua trascrizione
l'apporto è prezioso e comprova la ricerca in un campo, come quello mineralogico, molto sentità dalle università e dalla corona borbonica, è ma ci riporta anche frammenti di storie precedenti;
lo scienzato, si avvaleva della sua conoscenza, ma anche di quello che il territorio trasmetteva durante la ricognizione . Ritroveremo, proprio nei passaggi su Villarosa, degli accenni, a lavorazioni di epoche più remote.
guardare un documento non è solo capire cosa si trovava nel 1824, ma anche cosa si scopriva del passato, un passato che forse non aveva lasciato tracce scritte e precise, ma la cui memoria era fresca e tramandata, nel racconto dei contadini e degli abitanti di quelle terre.
Ecco quanto afferma il Canonico Alessi
Da Capodarso , che è al Ponente , sino al Levante dell' Enna , stendesi una catena di rocce dì calce carbonaia , mista talora a solfato , e questa e quella sono pure aparse per tutto il territorio i» massi , e montichili di varia densità e colore: e fra le calci solfato vi è l'alabastro neviforane, il gesso alabastrino bianco diafano e nerastro, il fibroso, lo s-pccolare . il lenticolare, a cresta di gallo, U compatto , e di varie cristallizzazioni distinte o confuse, e specialmente alla roccia del Gesso al levante dtll' Enna, che poggiano sopra argilla scistosa a|t quanto bituminosa.. Un misto di calce solfata e magnesia , la pietra epatica
Fra la calce solfata , e più rare volte fra la carbonata giacciono molli gessiti di zolfo, ed alcune cave ne sono aperte a Capodarso , a Villarosa , a Furbalata in varii luoghi della solfara, ed a Gallizzi zi. Oltre la stronziana solfata , e le varie cristallizzazioni di calce e di zolfo da altri descritte vi trovi lo zolfo compatto veniforrne nella cava di S. Caterina , il legno mineralizzato in quella Gallizzi,l' allumina solfata con acido sulforico un misto d' idrogeno d' ossigeno e solfato al Caliato , l' allumina solfala in piuma ed in Polvere a Capodarso. ..... dove fortunatamente alcun ritrovò la barile solfata , eh' io vi ho cercato invano . . E singolare alla solfara un monte combusto convctito in termontìdi o compatte o sconforti • come le lave vulcaniche. Si è tramandato d' avere per molti anni brucialo; ma se ne ignora epoca enche non sembri mollo rimota; ed ignorasi inollrci se la combustione eccitata siasi al pari di un vulcano , o se fosse accaso avvenuta. Ascondendosi in quel monte e scisti bituminosi , e piriti di ferro, e torbie , e zolfo , ed altro materie combustibili , ogni accensione ivi è facile. Ed intorno a piriti di ferro e ferro solforato , trovansi per lullo quel suolo dispersi in forma cubica , globosa , reniforme , dentro le concinoli I li varie ligure ; ma singolarmente trovansi nella roccia denominata della Marcassita , tutta formata d'argilla selciosa compatta. (...) La medesima fusa col rame è commerciabile. Io ho trovata mista alle ghiande di piombo de' frombolieri, appartenenti all'epoca di Pisone, e della guerra servile, là nell' En- na medesima.(...)
poi riferendosi ad una misteriosa e antica cava di di ferro denominata SCAUDAFERRO....dice
ho trovato nel podere di Villarosa massi di granito e grossi piccoli elementi di quarzo felstain
ma chissà cosa si può scoprire ancora..... forse in una prossima puntata
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