Le nostre tradizioni

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osvaldo:
Scorrendo le news salta quest'oggi agli occhi il putiferio scatenato in tutta Italia, ed in Sicilia in particolare,  dalla "tradizione non nostra" di Halloween. A Regalbuto auto e vetrine incendiate; a Palermo notte di paura per 4000 ragazzi che festeggiavano in una villa inidonea ad accogliere tanta gente esagitata; nella confusione sono stati effettuati scippi e furti con destrezza, nel locale e per le vie a turisti stranieri. Ai morti del sabato sera si sono aggiunti quelli del venerdì notte della "festa" di Halloween, un po' dappertutto...
Ogni occasione è buona per far nostre tradizioni altrui che non ci "azzeccano" per nulla con le nostre.
Ogni usanza altrui trapiantata in terre lontane mille miglia non risulta mai come si vuole. Esse sono l'occasione per fare casino e far danno a persone e cose....

osvaldo:
                                    La tradizione dei Morti a Villarosa
La notte di Halloween è troppo vicina alla nostra Commemorazione dei Defunti, tipicamente e soltanto siciliana.
Questa è tutta nostra, antica e genuina. Per il popolo dei bla bla tutto ciò che viene da lontano è chic; le nostre cose sono considerate tutte baggiane. Non ci accorgiamo che questo nostro atteggiamento esterofilo è sintomo del più becero provincialismo.
La nostra antica usanza, non imitata da nessun’altra regione, ha un profondo significato umano che nessun Halloween può avere. E’ la festa dei bimbi, quella che per altre regioni è la Befana. Questa è una vecchia brutta e buona, invece le nostre “befane” sono i nostri “murticiddi”, quelli che ci hanno preceduto, quelli che ci hanno lasciato eredità d’affetti e quant’altro.
I bambini trovano accanto al proprio lettino il giocattolo che hanno desiderato e con somma ingenuità credono che glieli abbia portato il nonno, la nonna…
Costoro non ci sono più ed hanno lasciato un gran vuoto nel cuore dei grandi; per i piccoli invece è una festosa ricorrenza che li tiene ingenuamente legati a quanti non sono più.
Gli anni della mia infanzia coincisero con quelli della guerra che portò tante ristrettezze, nondimeno c’era sempre qualcosa per me: un giocattolino, un pupo di zucchero, qualche frutta marturana, noci, castagne, l’ultima melagrana, …
Il giocattolo tipico era semplice ed efficace, “u purricinedda”, Pulcinella.
Era costruito da un pupazzetto a mezzo busto montato su una base su cui di dietro era inchiodata un’asta che arrivava ad altezza delle mani del bimbo; in basso c’erano due ruote sulla cui asse al centro, nascosta dalla camicia, c’era una piega nel fil di ferro. Le ruote girando sul pavimento creavano il movimento delle braccia del Pulcinella. Nelle mani di questo c’erano attaccati due piattini di latta che andavano a battere su altri due fissi sulla base del giocattolo. Esso risultava semplice e di grande effetto; nell’epoca del computer e dei giocattoli radiocomandati, un aggeggio tanto semplice è decisamente bandito.
Si andava al cimitero ma il giocattolo si lasciava a casa per ricominciare a giocarci al ritorno. In tal modo il bimbo capiva che il congiunto che si è ricordato di lui gli vuole bene, ma che il luogo in cui si trova ora è sacro.
Vorrei esprimere altre sensazioni prettamente personali della mia prima infanzia, ma preferisco chiedere ai più giovani come è stata la loro “festa” dei morti e come l’hanno percepita, in tempi più vicini dei miei.

cigliazza:
Bravo osvaldo, sono d'accordo anch'io con quanto hai esprsso nei precedenti post  :good:
L'esterofilia che tanto va di moda ci fa dimenticare certe antiche tradizioni...

Io e mia sorella aspettavamo con ansia il 2 Novembre perchè i nostri nonni ci facevano trovare sempre quacosa, il più delle volte si tattava di giocattoli o vestiti ed assieme ad essi trovavamo una pupa di zucchero. I regali dei "murticiddi"dovevamo cercarli, ma li trovavamo sempre nel balcone della casa dei miei nonni  :D

niki:
Mi ricordo quando ero piccolo che mia mamma la sera prima dei morti mi metteva a letto dicendomi se fai il bravo domani i morti ti portano un regalo, effettivamente la mattina seguente mi alzavo di buona mattinata per andare a cercare, e trovavo sulla tavola dei regali un giocattolo e dei  dolci tipici "l'ossa de murti" "a frutta marturana" "u  pupu di zuccaru" :yahoo:  quando si andava al cimitero mi ricordo che pensavo che i morti mi volevano bene  :good:. Grazie sempre al nostro amico Osvaldo per farci ricordare i nostri tempi passati e le nostre tradizioni. :grande:

osvaldo:
Citazione di: cigliazza - 02 Novembre 2008, 00:07:02


Io e mia sorella aspettavamo con ansia il 2 Novembre perchè i nostri nonni ci facevano trovare sempre quacosa, il più delle volte si tattava di giocattoli o vestiti ed assieme ad essi trovavamo una pupa di zucchero. I regali dei "murticiddi"dovevamo cercarli, ma li trovavamo sempre nel balcone della casa dei miei nonni  :D


Bella l'idea di trovare i doni al balcone. Trovarli accanto al letto era il mio cruccio: come facevano i cari morti ad entrare se le porte e le finestre erano chiuse?
I grandi mi rispondevano che i morti si facevano piccoli piccoli come mosche ed entravano dalle fessure. Io, razionalista fin da piccolo, replicavo: va bene che  i morti si potevano fare piccoli perchè stanno con Gesù, ma i giocattoli pure? Insomma non la ingoiavo la risposta, così mi documentai coi cugini più grandi e seppi che erano le mamme che mettevano i regali. Ciò però non tolse il fascino dell'idea che i morti erano vicini a noi e che ci amavano ancora, anche quelli che non ci avevano conosciuti.

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