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ANTICHI CASI DI COMUNE MISERIA
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Discussione: ANTICHI CASI DI COMUNE MISERIA (Letto 36969 volte)
osvaldo
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Re: CASI DI COMUNE MISERIA
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Risposta #15 inserita::
26 Maggio 2009, 21:53:31 »
Citazione di: kosa - 26 Maggio 2009, 20:08:45
IL MESSAGGIO è STATO POSTO IN VISIONE AGLI ADM.
Sento il dovere di correggerti nell'opinione errata che ti sei fatta, io conoscevo la famiglia di lamichetta perchè ero quasi coetaneo ed amico del padre del '33, non erano poveri ma nemmeno, come del resto io e molti altri, con la pancia strapiena. Certamente la zia del '47, che io non ricordo, quando avrà avuto i suoi 10 anni ha trovato un mondo cambiato, rispetto al mio che ho 13 anni in più di lei. Quella foto quando la vidi mi ha pure scioccato... Riflettendo poi ritorna tutto in mente...
Sempre a proposito di scarpe c'era un triste quanto veritiero detto: "Cu si susi ppi prima a matina s'acchiappa i scarpi"...
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Ultima modifica: 27 Maggio 2009, 19:16:41 da Rommel
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Re: CASI DI COMUNE MISERIA
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Risposta #16 inserita::
04 Giugno 2009, 22:55:28 »
Citazione di: cigliazza - 31 Maggio 2009, 12:07:13
Non so cos'abbia scritto kosa, ma come al solito è riuscito/a a farsi moderare il post che aveva scritto...
SCUSA HO COMBINATO UN PASTICCIO QUESTA RISPOSTA ERA DESTINATA A LAMICHETTA. IL PADRE DI CIGLIAZZA NON C'ENTRA!
Non c'è niente da rispondere perchè non c'era nessuna offesa. Kosa si meravigliava della meraviglia di tuo padre, vivente all'epoca dei piedi scalzi, e credeva che doveva trattarsi d'uno insensibile perchè con la pancia piena. La mia risposta chiarisce tutto; gli amministratori potevano lasciare benissimamente il post di Kosa: tanto rumore per nulla.
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Ultima modifica: 04 Giugno 2009, 23:32:30 da osvaldo
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Re: CASI DI COMUNE MISERIA
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Risposta #17 inserita::
05 Giugno 2009, 23:45:21 »
vorrei chiudere la questione sul messaggio in quarantena:
ERA OFF TOPIC, nel modo forse un po diretto, per cui proseguiamo serenamente la discussione.
quindi per KOSA tutto in ordine idem per l'amichetta, ma scusate l'eccesso di moderazione, ma visto che il forum di storia è un isola "felice" del sito dove bene o male riusciamo a discutere bene
volevo evitare
che la battuta in buona fede, e spontanea di KOsa, portasse qualche altro utente a divagare su altri temi
scusate l'intromissione e grazie OSVALDO per la precisazione chiarificatrice.
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Re: CASI DI COMUNE MISERIA
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Risposta #18 inserita::
06 Giugno 2009, 15:37:32 »
Argomento chiuso ho letto il messaggio di kosa, per evitare le polemiche ho deciso di non ripubblicarlo.
Si continui la discussione sull'argomento.
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Re: CASI DI COMUNE MISERIA
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Risposta #19 inserita::
07 Giugno 2009, 23:36:08 »
a proposito di miseria e di stenti, come si viveva, e la domanda è rivolta a tutti, dopo il secondo conflitto mondiale a villarosa con i razionamenti e con un alimentazione molto scarsa.
un mio parente emigrato mi raccontava che mandava dal belgio.ogni tipo di alimento possibile, nel periodo 49-54.
addirittura il cioccolato in busta da lettera....
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Re: CASI DI COMUNE MISERIA
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Risposta #20 inserita::
09 Giugno 2009, 12:07:51 »
Citazione di: Rommel - 07 Giugno 2009, 23:36:08
a proposito di miseria e di stenti, come si viveva, e la domanda è rivolta a tutti, dopo il secondo conflitto mondiale a villarosa con i razionamenti e con un alimentazione molto scarsa.
un mio parente emigrato mi raccontava che mandava dal belgio.ogni tipo di alimento possibile, nel periodo 49-54.
addirittura il cioccolato in busta da lettera....
La percezione che ho io dai racconti dei nonni è che si andava avanti per "baratto"
C'è chi aveva le galline e andava avanti a uova...
C'è chi aveva il grano ... e chi, più fortunato, in campagna aveva un pò di tutto!
E allora per esempio chi aveva solo galline le barattava in cambio di farina con chi non mangiava uova da mesi e così via!
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Re: CASI DI COMUNE MISERIA
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Risposta #21 inserita::
09 Giugno 2009, 18:09:59 »
Citazione di: jack_sparrow - 09 Giugno 2009, 12:07:51
La percezione che ho io dai racconti dei nonni è che si andava avanti per "baratto"
C'è chi aveva le galline e andava avanti a uova...
C'è chi aveva il grano ... e chi, più fortunato, in campagna aveva un pò di tutto!
E allora per esempio chi aveva solo galline le barattava in cambio di farina con chi non mangiava uova da mesi e così via!
[Intervento di Rommel]...a proposito di miseria e di stenti, come si viveva, e la domanda è rivolta a tutti, dopo il secondo conflitto mondiale a villarosa con i razionamenti e con un alimentazione molto scarsa.
un mio parente emigrato mi raccontava che mandava dal belgio.ogni tipo di alimento possibile, nel periodo 49-54.
addirittura il cioccolato in busta da lettera....
Sento doveroso un mio intervento a proposito di quanto esposto da Rommel e soprattutto quello da jack_sparrow. Prima rispondo a quest'ultimo: il baratto c'è sempre stato ed esiste ancora, anche tra noi: io do una cosa a te tu dài una cosa a me. Era la forma dominante quando ancora non era stata introdotta la moneta. Ma sono migliaia di anni che il baratto è andato perdendo la sua importanza negli scambi. In tempi vicini a noi il baratto come lo descrive jack_sparrow non era diffuso: "a gnura Pruvidenzia", della quale ho scritto vendeva le uova e la gallina uccisa da Peppi e coi soldi che ricavava comprava tela, percalle e filo per le lenzuola delle figlie.
I tempi del secondo dopoguerra, che io ho vissuto,furono molto tristi. Ma non si pensi che in tempo di pace, prima che io nascessi, le cose andavano tanto meglio. I racconti dei grandi e la letteratura hanno sottolineato la triste situazione economica degli anziani senza pensione, dei minorati fisici, delle famiglie con figlie femmine, dei poveracci che lavoravano per un letterale tozzo di pane...
Già abbiamo parlato del "soccorso morto", del ragazzino consegnato, generalmente a vita, a un picconiere dietro un "prestito" alla famiglia di qualche centinaio di lire che non sarebbe mai stato onorato.
Negli ultimi tempi tristi la fame era la condizione normale della maggioranza della popolazione, in città più che nei paesetti agricoli.
Dopo la trebbiatura (fatta con asini e muli) le donne andavano nei campi a raccogliere le spighe sfuggite alla falce del mietitore; gli uomini con i rastrelli estirpavano le stoppie [a ristuccia] per poter cucinare il pasto caldo, quando c'era; a fine novembre si entrava negli uliveti a fare "rapocci", a cogliere dall'albero quelle pochissime olive sfuggite "o vrianti" [la pertica], del raccoglitore.
Dopo nei campi non c'era altro se non la cicoria, "a cardedda" che venivano vendute per le strade dai "cicuriari". Prova della penuria imperante è il famoso proverbio: "Prima Natali nè friddu nè fami, duppu Natali lu friddu e la fami".
La guerra aveva interrotto il commercio estero di conseguenza il prezzo degli agrumi era vile e il popolo riempiva un po' la pancia con arance e carrubbe. Quest'ultime oggi non sono più in vendita e man mano che vanno cadendo dall'albero si fanno raccogliere ai [benedetta censura: parlavo di quegli animali con cui si fanno gustose salsicce!] di cui sono ghiotti.
Chi aveva un pezzetto di terra, era figlio di Dio...
Fra questa miseria il Belgio apparve una seconda America. Si conobbe la cioccolata Cote d'or, le sigarette Belga, ecc... Ho parlato "do sbirgisi" che tornava a Villarosa e sposava belle ragazze desiderose di benessere materiale...
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Ultima modifica: 09 Giugno 2009, 18:11:35 da osvaldo
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Re: CASI DI COMUNE MISERIA
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Risposta #22 inserita::
09 Giugno 2009, 22:39:39 »
grazie osvaldo,
a riguardo mi viene un'altra domanda, solo il belgio? o anche nord italia?
emigravano tutti: minatori, contadini, muratori?
la crisi colpì tutte le categorie?
e poi penso alle disinfestazioni a ridosso della fine del conflitto dovute alla miseria certamente ma anche alla scarsità di ogni genere di suppellettile o bene di consumo,
studiando per la tesi, mi sono imbattuto in uno stralcio relativo alle disinfestazioni in paese fatte con il DDT perchè c'erano seri problemi igienici, o epidemie....non è chiaro...
ricordi qualcosa?
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Re: CASI DI COMUNE MISERIA
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Risposta #23 inserita::
10 Giugno 2009, 22:19:07 »
Citazione di: Rommel - 09 Giugno 2009, 22:39:39
grazie osvaldo,
a riguardo mi viene un'altra domanda, solo il belgio? o anche nord italia?
emigravano tutti: minatori, contadini, muratori?
la crisi colpì tutte le categorie?
e poi penso alle disinfestazioni a ridosso della fine del conflitto dovute alla miseria certamente ma anche alla scarsità di ogni genere di suppellettile o bene di consumo,
studiando per la tesi, mi sono imbattuto in uno stralcio relativo alle disinfestazioni in paese fatte con il DDT perchè c'erano seri problemi igienici, o epidemie....non è chiaro...
ricordi qualcosa?
Per quanto riguarda l'emigrazione al Nord Italia è tutt'altra cosa perchè avvenne qualche anno dopo. Più eclatante fu il benessere derivante dal Belgio in quanto seguì ai tempi duri della guerra e del dopoguerra.
A guerra finita i prodotti del Nord giunsero da noi. La mortadella noi bambini non ce la ricordavamo nemmeno. La prima arrivata a Villarosa la vendeva, alla cifra astronomica di 1000 lire al chilo, don Michele Castellano, che una sera raccontava a mio padre che era andato da lui "u figliu di Caliddu", un poveretto della mia età che chiedeva qualche spicciolo ai rari volenterosi, che voleva una lira di quella cosa là... Don Michele si mise a ridere, gliene tagliò una sottilissima fettina e non si prese la liretta...
Il DDT era un'assoluta novità e. a parte la miseria che porta con sè problemi igienici, non esisteva in Italia un insetticida analogo nei risultati. Prima della guerra il Regime aveva dichiarato "guerra alle mosche", ma fu un totale fallimento. Più tardi si faceva ironia sul fascismo e si diceva: non siamo riusciti a sconfiggere le mosche e volevamo farcela con gli anglo-americani?
Nel 1946 scomparvero le mosche; per qualche anno, a pagarla, non se ne trovava una. Era un miracolo. A poco a poco poi riapparvero timidamente. Intanto la condizioni igieniche generali erano cambiate.
Nessuno allora era conoscenza del risvolto negativo del DDT che andava a depositarsi nei tessuti adiposi dei mammiferi e risultò in certi casi cancerogeno.
Il vero miracolo di quegli anni fu l'introduzione della penicillina, scoperta in Inghilterra diversi anni prima, e sconosciuta totalmente in Italia. L'isolamento dell'Italia fascista costò caro a quegli italiani, civili e militari feriti, che morirono per banali infezioni che potevano essere debellate facilmente.
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Re: CASI DI COMUNE MISERIA
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Risposta #24 inserita::
11 Giugno 2009, 13:50:32 »
in qualche foto ho notato la scritta "DDT" sui muri, ma si riferiva a quel periodo?
riguardo miserie e condizioni di quel tempo, l'acqua non era corrente in tutte le case ma c'erano diversi fontanili, uno mi sembra in corso regina margherita..che ancora oggi si intravede , o ricordo male.
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Re: CASI DI COMUNE MISERIA
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Risposta #25 inserita::
11 Giugno 2009, 13:57:00 »
Citazione di: Rommel - 11 Giugno 2009, 13:50:32
in qualche foto ho notato la scritta "DDT" sui muri, ma si riferiva a quel periodo?
riguardo miserie e condizioni di quel tempo, l'acqua non era corrente in tutte le case ma c'erano diversi fontanili, uno mi sembra in corso regina margherita..che ancora oggi si intravede , o ricordo male.
noi con tutti i miei zii e nonni da parte di mia madre avevamo una casa vicino San giuseppe e mi ricordo da bambino che li c'era
"U cannuliddru"
dove si andava a prendere l'acqua perche non c'era in tutte le case.
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Ultima modifica: 11 Giugno 2009, 14:00:53 da niki
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Re: CASI DI COMUNE MISERIA
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Risposta #26 inserita::
11 Giugno 2009, 17:07:14 »
Citazione di: Rommel - 11 Giugno 2009, 13:50:32
in qualche foto ho notato la scritta "DDT" sui muri, ma si riferiva a quel periodo?
riguardo miserie e condizioni di quel tempo, l'acqua non era corrente in tutte le case ma c'erano diversi fontanili, uno mi sembra in corso regina margherita..che ancora oggi si intravede , o ricordo male.
Si le scritte ai muri di cui parli sono del periodo. Quando si scoprì la pericolosità del DDT si smise. La mancanza d'acqua corrente nelle case era una delle tante cause della mancanza d'igiene. Tornerò sulla politica dell'acqua offerta a tutti, come problema socio-politico. In quanto alle fontanelle, u cannuliddu di Niki, cito altri famosi: quello d'Avampato, incrocio via Milano e via XX settembre; quello "do chianu Di Giugnu": quello d'Abbate, via Palme e via Ruggero Settimo. Un altro era, mi pare in via Falzone, o cuzzu. Gli altri li lascio alla segnalazione d'altri utenti
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Re: CASI DI COMUNE MISERIA
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Risposta #27 inserita::
11 Giugno 2009, 18:13:24 »
io mi ricordo che abbiamo fatto una colletta fra vicini ed abbiamo fatto la domanta al comune e ce lanno eccettato a spese del vicinato era in via candrilli vicino dei Profeta e di casa mia.
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Ultima modifica: 11 Giugno 2009, 18:15:46 da toliveri
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Re: CASI DI COMUNE MISERIA
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Risposta #28 inserita::
12 Giugno 2009, 21:40:37 »
Ricordo bene,i muri con la scritta in rosso D.D.T.
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Quando si comincia ad inalzarsi la superbia allora si comincia ad abassar la fortuna
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Re: CASI DI COMUNE MISERIA
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Risposta #29 inserita::
12 Giugno 2009, 21:47:47 »
Ricordo bene la scritta in rosso DDT i puntini a volte li mettevano a volte no dipende chi era di turno al comune.Poi i cannola erano anche uno alla via capponi incrocio via casale,uno di fronte a CARRICATURI,uno vicinu i SCIFUNI,belli tempi arrizzanu i carni a sulu pinzarici.
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Quando si comincia ad inalzarsi la superbia allora si comincia ad abassar la fortuna
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