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Autore Discussione: Villarosani residenti fuori da Villarosa  (Letto 19739 volte)
Palermo Calcio

Gruppo: Visitatore

« inserita:: 01 Dicembre 2007, 03:54:38 »

Mi domando se tra tutti i Villarosani residenti fuori da Villarosa vi sia in futuro la voglia e soprattutto l'intenzione di tornare un giorno a vivere nel nostro amato paese (magari una volta andati in pensione). O magari dopo aver vissuto tanti anni in un'altra città o in un'altra nazione, magari non si senta più la necessità di godere della quotidianità Villarosana (trovandosi bene nel luogo dove si è vissuto e lavorato per tanti anni). 





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bellarrosa


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« Risposta #1 inserita:: 01 Aprile 2008, 18:12:54 »

e come si fa se non c'è più la casa avita, la tomba di famiglia, e sei l'unico rimasto della famiglia?
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bijoux

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« Risposta #2 inserita:: 01 Aprile 2008, 20:57:03 »

ho la tomba ,la casa e il terreno a Villarosa ma abito a Calascibetta e lavoro a Caltanissetta
a Villarosa certo che ci torno tutte le volte che ne ho voglia e.......... va bene cosi'. ciao
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giusy001

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« Risposta #3 inserita:: 01 Aprile 2008, 21:08:41 »

io spero di ritornare non solo per le vancanze ma per sempre  Sicilia!
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Rommel


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« Risposta #4 inserita:: 01 Aprile 2008, 22:16:19 »

è il destino di noi siciliani andarsene e sognare di tornare
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shark


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« Risposta #5 inserita:: 01 Aprile 2008, 22:34:10 »

è il destino di noi siciliani andarsene e sognare di tornare

Citazione di:

grande giornalista siciliano disse che i siciliani si dividono
in due tipi: i “siciliani di scoglio” e quelli “di mare
a p e rto”. I primi non riescono a lasciare l’isola, gli altri sì, anche
se per loro la Sicilia resta sempre un riferimento. Io sono
un siciliano “di mare aperto”, ma c’è un cordone ombelicale
che mi fa spesso diventare di scoglio.
C’è un fatto rituale, per noi siciliani, che è il passaggio dello
s t retto. L’isola è circondata dal mare. Nel momento in cui
passi lo stretto abiuri la tua natura e te ne vai. È un rito iniziatico.
Il motivo per cui molti sono contrari al ponte non è
che rovina il paesaggio, è una contrarietà che ha le sue radici
nella difesa di un’insularità, di essere isolani.
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Silas


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« Risposta #6 inserita:: 02 Aprile 2008, 00:01:05 »

Sono d'accordo con la citazione del giornalista....io non voglio che facciano il ponte x questo motivo,,,
manteniamo questa tradizione.... Sicilia!
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..Ma ndo vai se la banana non c'è l'hai..vieni con me te la farò veder..bella hawaiana attaccate a sta banana...

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« Risposta #7 inserita:: 02 Aprile 2008, 01:27:34 »

Sono d'accordo con la citazione del giornalista....io non voglio che facciano il ponte x questo motivo,,,
manteniamo questa tradizione.... Sicilia!

Bella la citazione inserita da shark che ricorda molto l'ostrica di Verga.
Per favore silas non immettere il discorso del ponte e soprattutto una motivazione del genere!
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ELEONORA

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« Risposta #8 inserita:: 02 Aprile 2008, 09:40:33 »

Spesso anche io e mio marito pensiamo di ritornare a Villarosa, soprattutto per permettere a nostra figlia di crescere vicino ai nonni e agli zii, perchè non avere nessuno, vi assicuro che non è bello. Essendo entrambi dipendenti pubblici sarebbe un pò più facile tornare al paesello, però poi il timore che ci assale è che, se fra 15-20 anni nostra figlia dovesse ritrasferirsi al nord per lavoro, ci potremmo pentire della decisione presa.Non è facile, col cuore saremmo già lì, ma se poi ci pensi un attimo.........
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jack_sparrow


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« Risposta #9 inserita:: 02 Aprile 2008, 10:55:16 »

Verissimo!

A me viene il rimpianto della spensieratezza di quando ero piccolo e crescevo "per strada" con gli amici.
Come cavolo fanno i bambini nelle grandi città?
E soprattutto: che ne viene fuori?  :-D

Però è anche vero che quando guardo gli amici di Roma penso: "cavolo questo non si è mai dovuto spostare di un cm! Nè per l'università, nè per il lavoro!" ed è una gran bella fortuna.
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« Risposta #10 inserita:: 02 Aprile 2008, 14:57:42 »

Dalla nonna, villarosana, ho imparato ad essere nomade, e vi spiego il perchè.

Lei era stata costretta a studiare a Palermo per una decina d'anni (come tanti villarosani) e tornava in paese per le vacanze estive.
Poi si sposò con un villarosano DOC e si dovette trasferire a Catania, perchè lui lì lavorava.
Rimasta vedova si trasferì a Caltagirone per seguire la figlia che aveva vinto un concorso e lì la raggiunsi all'età di due anni, per tenerle compagnia.
Da quel giorno la mia vita è stata tutta all'insegna del viaggio, sempre a fianco della nonna e della zia: una volta la settimana per tornare da mamma e papà, una volta l'anno per trovare tutti i parenti villarosani sparsi per l'Italia e si stava fuori quasi un mese, .
Ormai gli zii di Roma, Pescara, Chieti, Milano e Genova non ci sono più e dei cugini ho perso le tracce alla morte della nonna e della zia.
Ho studiato a Caltagirone, Catania, Reggio Calabria e Lille e dal 2004 mi sono "fermata" a Catania.
A Villarosa "torno" per rendere omaggio ai bisnonni, sepolti al cimitero, a volte per il Venerdì Santo, a volte senza un apparente motivo, attratta da quei "quattro canti" che sono il cuore del paese.

Come vedete non ho vissuto a Villarosa ma ho vissuto con Villarosa nel cuore grazie ai ricordi della nonna.
I.
 Ciao
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« Risposta #11 inserita:: 03 Aprile 2008, 22:12:50 »

Dalla nonna, villarosana, ho imparato ad essere nomade, e vi spiego il perchè.

Lei era stata costretta a studiare a Palermo per una decina d'anni (come tanti villarosani) e tornava in paese per le vacanze estive.
Poi si sposò con un villarosano DOC e si dovette trasferire a Catania, perchè lui lì lavorava.
Rimasta vedova si trasferì a Caltagirone per seguire la figlia che aveva vinto un concorso e lì la raggiunsi all'età di due anni, per tenerle compagnia.
Da quel giorno la mia vita è stata tutta all'insegna del viaggio, sempre a fianco della nonna e della zia: una volta la settimana per tornare da mamma e papà, una volta l'anno per trovare tutti i parenti villarosani sparsi per l'Italia e si stava fuori quasi un mese, .
Ormai gli zii di Roma, Pescara, Chieti, Milano e Genova non ci sono più e dei cugini ho perso le tracce alla morte della nonna e della zia.
Ho studiato a Caltagirone, Catania, Reggio Calabria e Lille e dal 2004 mi sono "fermata" a Catania.
A Villarosa "torno" per rendere omaggio ai bisnonni, sepolti al cimitero, a volte per il Venerdì Santo, a volte senza un apparente motivo, attratta da quei "quattro canti" che sono il cuore del paese.

Come vedete non ho vissuto a Villarosa ma ho vissuto con Villarosa nel cuore grazie ai ricordi della nonna.
I.
 Ciao

Grazie per la testimonianza!
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« Risposta #12 inserita:: 04 Aprile 2008, 13:15:21 »

Villarosa manca a tutti a mio parere. Credo che sia pura questione di ambizioni. Vedete sono fuori dal 1999 e ho imparato una cosa: mentre al sud si deve creare il lavoro per occupare la risorsa, al nord si crea la risorsa per occupare il lavoro (per quanto possa essere precario). Altra cosa...se vali l'azienda ti riconosce i titoli e investe su di te...al sud invece i tempi si allungano. Credo che uno dei grossi problemi siciliani (oltre la classica retorica) sia il rifiuto di abbracciare il cambiamento (vedi i programmi degli atenei universitari).
L'ideale sarebbe portare tutto quello che si è imparato al nord......al sud.
Non dimentichiamoci che i migliori dirigenti sono siciliani....basta guardarsi intorno: Gianni Riotta (direttore TG1 di Palermo) Candido Cannavò(editorialista Gazzetta dello sport siciliano) Vito Riggio ( presidente ENAC...di Barrafranca) ecc ecc ecc.
Per non parlare dei Villarosani: chi lavora in BORSA ITALIANA.....CHI IN BANCA.......chi in AMMINISTRAZIONE AL POLICLINICO cose che al paesello sono difficili da realizzare( ecco perchè parlo di ambizione)
Io amo passeggiare a Villarosa......e come se ogni angolo mi ricordasse un momento di quando avevo 16/17 Anni.
Spensierato e con molti amici che poi magari perdi perchè credono che il tuo cervello si sia fermato a 16 anni..........invece adesso ne hai 28.
A volte il bisogno di una propria evoluzione (vedi Franco Battiato in segnali di vita) può rendere difficile la vita. Muto
E ti capita di arrivare al paesello e sentirti ne mandato, ne cercato. Gli altri parlano e tu non sai di cosa. Insicuro
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« Risposta #13 inserita:: 04 Aprile 2008, 13:51:46 »

Villarosa manca a tutti a mio parere. Credo che sia pura questione di ambizioni. Vedete sono fuori dal 1999 e ho imparato una cosa: mentre al sud si deve creare il lavoro per occupare la risorsa, al nord si crea la risorsa per occupare il lavoro (per quanto possa essere precario). Altra cosa...se vali l'azienda ti riconosce i titoli e investe su di te...al sud invece i tempi si allungano. Credo che uno dei grossi problemi siciliani (oltre la classica retorica) sia il rifiuto di abbracciare il cambiamento (vedi i programmi degli atenei universitari).
L'ideale sarebbe portare tutto quello che si è imparato al nord......al sud.
Non dimentichiamoci che i migliori dirigenti sono siciliani....basta guardarsi intorno: Gianni Riotta (direttore TG1 di Palermo) Candido Cannavò(editorialista Gazzetta dello sport siciliano) Vito Riggio ( presidente ENAC...di Barrafranca) ecc ecc ecc.
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Io amo passeggiare a Villarosa......e come se ogni angolo mi ricordasse un momento di quando avevo 16/17 Anni.
Spensierato e con molti amici che poi magari perdi perchè credono che il tuo cervello si sia fermato a 16 anni..........invece adesso ne hai 28.
A volte il bisogno di una propria evoluzione (vedi Franco Battiato in segnali di vita) può rendere difficile la vita. Muto
E ti capita di arrivare al paesello e sentirti ne mandato, ne cercato. Gli altri parlano e tu non sai di cosa. Insicuro

Su questo discorso sono d'accordo con te.
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Laetus deget cui licet in diem dixisse: vixi.
È felice chi, giorno per giorno, può dire: ho vissuto!

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Palermo Calcio

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« Risposta #14 inserita:: 04 Aprile 2008, 18:24:56 »

Dopo esattamente 4 mesi dall'apertura di questa mia discussione, avete finalmente iniziato a rispondere!!! Grazie di cuore a tutti coloro che si sono espressi su questo tema!!!  Applauso  Grande!  Sicilia!
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