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Autore Discussione: Le nostre tradizioni  (Letto 54019 volte)
osvaldo

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« inserita:: 01 Novembre 2008, 18:38:17 »

Scorrendo le news salta quest'oggi agli occhi il putiferio scatenato in tutta Italia, ed in Sicilia in particolare,  dalla "tradizione non nostra" di Halloween. A Regalbuto auto e vetrine incendiate; a Palermo notte di paura per 4000 ragazzi che festeggiavano in una villa inidonea ad accogliere tanta gente esagitata; nella confusione sono stati effettuati scippi e furti con destrezza, nel locale e per le vie a turisti stranieri. Ai morti del sabato sera si sono aggiunti quelli del venerdì notte della "festa" di Halloween, un po' dappertutto...
Ogni occasione è buona per far nostre tradizioni altrui che non ci "azzeccano" per nulla con le nostre.
Ogni usanza altrui trapiantata in terre lontane mille miglia non risulta mai come si vuole. Esse sono l'occasione per fare casino e far danno a persone e cose....
« Ultima modifica: 01 Novembre 2008, 20:34:09 da osvaldo » Registrato

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osvaldo

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« Risposta #1 inserita:: 01 Novembre 2008, 21:32:23 »

                                    La tradizione dei Morti a Villarosa
La notte di Halloween è troppo vicina alla nostra Commemorazione dei Defunti, tipicamente e soltanto siciliana.
Questa è tutta nostra, antica e genuina. Per il popolo dei bla bla tutto ciò che viene da lontano è chic; le nostre cose sono considerate tutte baggiane. Non ci accorgiamo che questo nostro atteggiamento esterofilo è sintomo del più becero provincialismo.
La nostra antica usanza, non imitata da nessun’altra regione, ha un profondo significato umano che nessun Halloween può avere. E’ la festa dei bimbi, quella che per altre regioni è la Befana. Questa è una vecchia brutta e buona, invece le nostre “befane” sono i nostri “murticiddi”, quelli che ci hanno preceduto, quelli che ci hanno lasciato eredità d’affetti e quant’altro.
I bambini trovano accanto al proprio lettino il giocattolo che hanno desiderato e con somma ingenuità credono che glieli abbia portato il nonno, la nonna…
Costoro non ci sono più ed hanno lasciato un gran vuoto nel cuore dei grandi; per i piccoli invece è una festosa ricorrenza che li tiene ingenuamente legati a quanti non sono più.
Gli anni della mia infanzia coincisero con quelli della guerra che portò tante ristrettezze, nondimeno c’era sempre qualcosa per me: un giocattolino, un pupo di zucchero, qualche frutta marturana, noci, castagne, l’ultima melagrana, …
Il giocattolo tipico era semplice ed efficace, “u purricinedda”, Pulcinella.
Era costruito da un pupazzetto a mezzo busto montato su una base su cui di dietro era inchiodata un’asta che arrivava ad altezza delle mani del bimbo; in basso c’erano due ruote sulla cui asse al centro, nascosta dalla camicia, c’era una piega nel fil di ferro. Le ruote girando sul pavimento creavano il movimento delle braccia del Pulcinella. Nelle mani di questo c’erano attaccati due piattini di latta che andavano a battere su altri due fissi sulla base del giocattolo. Esso risultava semplice e di grande effetto; nell’epoca del computer e dei giocattoli radiocomandati, un aggeggio tanto semplice è decisamente bandito.
Si andava al cimitero ma il giocattolo si lasciava a casa per ricominciare a giocarci al ritorno. In tal modo il bimbo capiva che il congiunto che si è ricordato di lui gli vuole bene, ma che il luogo in cui si trova ora è sacro.
Vorrei esprimere altre sensazioni prettamente personali della mia prima infanzia, ma preferisco chiedere ai più giovani come è stata la loro “festa” dei morti e come l’hanno percepita, in tempi più vicini dei miei.
« Ultima modifica: 10 Novembre 2009, 16:30:11 da osvaldo » Registrato

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« Risposta #2 inserita:: 02 Novembre 2008, 00:07:02 »

Bravo osvaldo, sono d'accordo anch'io con quanto hai esprsso nei precedenti post  Buono!
L'esterofilia che tanto va di moda ci fa dimenticare certe antiche tradizioni...

Io e mia sorella aspettavamo con ansia il 2 Novembre perchè i nostri nonni ci facevano trovare sempre quacosa, il più delle volte si tattava di giocattoli o vestiti ed assieme ad essi trovavamo una pupa di zucchero. I regali dei "murticiddi"dovevamo cercarli, ma li trovavamo sempre nel balcone della casa dei miei nonni  :-D
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« Risposta #3 inserita:: 02 Novembre 2008, 11:13:56 »

Mi ricordo quando ero piccolo che mia mamma la sera prima dei morti mi metteva a letto dicendomi se fai il bravo domani i morti ti portano un regalo, effettivamente la mattina seguente mi alzavo di buona mattinata per andare a cercare, e trovavo sulla tavola dei regali un giocattolo e dei  dolci tipici "l'ossa de murti" "a frutta marturana" "u  pupu di zuccaru" yahoo  quando si andava al cimitero mi ricordo che pensavo che i morti mi volevano bene  Buono!. Grazie sempre al nostro amico Osvaldo per farci ricordare i nostri tempi passati e le nostre tradizioni. Grande!
« Ultima modifica: 02 Novembre 2008, 11:24:52 da niki » Registrato




osvaldo

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« Risposta #4 inserita:: 02 Novembre 2008, 13:12:38 »


Io e mia sorella aspettavamo con ansia il 2 Novembre perchè i nostri nonni ci facevano trovare sempre quacosa, il più delle volte si tattava di giocattoli o vestiti ed assieme ad essi trovavamo una pupa di zucchero. I regali dei "murticiddi"dovevamo cercarli, ma li trovavamo sempre nel balcone della casa dei miei nonni  :-D

Bella l'idea di trovare i doni al balcone. Trovarli accanto al letto era il mio cruccio: come facevano i cari morti ad entrare se le porte e le finestre erano chiuse?
I grandi mi rispondevano che i morti si facevano piccoli piccoli come mosche ed entravano dalle fessure. Io, razionalista fin da piccolo, replicavo: va bene che  i morti si potevano fare piccoli perchè stanno con Gesù, ma i giocattoli pure? Insomma non la ingoiavo la risposta, così mi documentai coi cugini più grandi e seppi che erano le mamme che mettevano i regali. Ciò però non tolse il fascino dell'idea che i morti erano vicini a noi e che ci amavano ancora, anche quelli che non ci avevano conosciuti.
« Ultima modifica: 02 Novembre 2008, 13:15:43 da osvaldo » Registrato

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« Risposta #5 inserita:: 02 Novembre 2008, 15:16:31 »

le tradizioni sono un pezzo della nostra cultura che rischia di perdersi a fronte di feste commerciali com HALLOWEEN
dobdiamo essere
un po campanilisti ma nel limite del possibile mantenerle per non perdere i legami con il nostro passato
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« Risposta #6 inserita:: 02 Novembre 2008, 18:24:04 »

io invece ricordo la notte dell'1 novembre con terrore...
mi raccontavano i miei cugini che i morti vagavano per le strade per portare i doni ai loro cari piccoli...e che dovevamo dormire e non svegliarci durante la notte perchè altrimenti ci avrebbero portati con loro...molto macabra come tradizione direi...
io infatti non riuscivo mai ad addormentarmi presto per la fifa che avevo...in compenso, prò la mattina dopo ricevevo il tipico pupo di zucchero...e qualche giocattolo...
Ma vi ricordate che gusto avevano i pupi? Io nn lo mangiavo quasi mai...non è che era così delizioso!!!!
Comunque sono anch'io del parere che le tradizioni non si dovrebbero perdere mai...ma purtroppo viviamo nella globalizzazione ed Halloween diventerà anche una nostra festa...che lo vogliamo o no!!!
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« Risposta #7 inserita:: 02 Novembre 2008, 20:02:33 »

se sarà anche la nostra beh senza dubbio, ma nulla vieta di non dimenticare le tradizioni e di farle vivere.
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« Risposta #8 inserita:: 03 Novembre 2008, 01:46:56 »


Vorrei esprimere altre sensazioni prettamente personali della mia prima infanzia, ma preferisco chiedere ai più giovani come è stata la loro “festa” dei morti e come l’hanno percepita, in tempi più vicini dei miei.



Credo che meglio di così, caro Osvaldo, non avresti potuto esprimere le tue sensazioni personali e, nel contempo, risuscitare quelle nostre che, almeno per i meno giovani frequentatori del forum, credo siano le medesime: hai riportato in me ricordi di cui avevo quasi perso le tracce, esprimendo al meglio le sensazioni che anch'io provavo allora, e che ho riprovato con sempre nuovo entusiasmo ed intensità leggendo il tuo post.
Ho attenzionato particolarmente un dettaglio, ossia il tuo sottolineare che il giocattolo o gli altri doni si lasciavano a casa per poi giocarci al ritorno dal cimitero: questo, che potrebbe sembrare un dettaglio trascurabile, la dice lunga sul significato che ci veniva inculcato della festa, del regalo stesso, addirittura sul tipo di educazione che abbiamo ricevuto.


P. S. Riguardo Halloween: da anni sostengo che noi, dall'America e dagli americani, abbiamo appreso solo le più grandi minc....te, esclusa l'unica cosa utile, ossia i jeans.
Vorrei però, infine, sottolineare le tragicomiche conseguenze cui ha condotto, specie negli anni passati, la scarsa familiarità dei villarosani (specie i più anziani) con le tradizioni di Halloween: ai bambini che suonano al citofono facendo la tipica insopportabile domanda "dolcetto o scherzetto?" sono riuscito a sentire, mentre ero di passaggio, le risposte più disparate, alcune (la maggior parte) irripetibili, contenenti soprattutto esortazioni ad andare a bussare alle mura materne anzichè disturbare, di sera, la brava gente; il tutto, ovviamente, sempre dopo la prima risposta fra tutte, sempre uguale: "Ahhhh?"
« Ultima modifica: 03 Novembre 2008, 01:49:07 da il maestro » Registrato

Talè!?!
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« Risposta #9 inserita:: 03 Novembre 2008, 23:56:58 »

io invece ricordo la notte dell'1 novembre con terrore...
mi raccontavano i miei cugini che i morti vagavano per le strade per portare i doni ai loro cari piccoli...e che dovevamo dormire e non svegliarci durante la notte perchè altrimenti ci avrebbero portati con loro...molto macabra come tradizione direi...
io infatti non riuscivo mai ad addormentarmi presto per la fifa che avevo...in compenso, prò la mattina dopo ricevevo il tipico pupo di zucchero...e qualche giocattolo...
Ma vi ricordate che gusto avevano i pupi? Io nn lo mangiavo quasi mai...non è che era così delizioso!!!!
Comunque sono anch'io del parere che le tradizioni non si dovrebbero perdere mai...ma purtroppo viviamo nella globalizzazione ed Halloween diventerà anche una nostra festa...che lo vogliamo o no!!!

Povera Annette, ti sei ritrovata cugini particolarmente crudeli; la tua disavventura è rara, i morti si vedenano di buon occhio perchè portavano doni. In altri contesti facevano paura. Tutto sta nel modo come ci vengono presentate le cose.
Hai ragione, i pupi non erano particolarmente gustosi; erano soltanto dolci. Oggi sono un po' decaduti perchè siamo più scaltriti e sofisticati. Ma se ci riproiettiamo ai miei tempi quando lo zucchero e i dolciumi in genere non erano molto comuni, il pupo si tenevacome un sopramobile nel portaservizio per ammirarlo senza farlo impolverare. Ricordo che io ne staccavo di tanto in tanto un pezzetto dalla parte posteriore per non fare accorgere la furberia. Ma tira oggi tira domani il pupo non reggeva più in piedi e mia mamma finalmente diceva: - Mangiatevelo tutto e levatelo di mezzo!
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« Risposta #10 inserita:: 04 Novembre 2008, 00:22:06 »


P. S. Riguardo Halloween: da anni sostengo che noi, dall'America e dagli americani, abbiamo appreso solo le più grandi minc....te, esclusa l'unica cosa utile, ossia i jeans.
Vorrei però, infine, sottolineare le tragicomiche conseguenze cui ha condotto, specie negli anni passati, la scarsa familiarità dei villarosani (specie i più anziani) con le tradizioni di Halloween: ai bambini che suonano al citofono facendo la tipica insopportabile domanda "dolcetto o scherzetto?" sono riuscito a sentire, mentre ero di passaggio, le risposte più disparate, alcune (la maggior parte) irripetibili, contenenti soprattutto esortazioni ad andare a bussare alle mura materne anzichè disturbare, di sera, la brava gente; il tutto, ovviamente, sempre dopo la prima risposta fra tutte, sempre uguale: "Ahhhh?"


Sui jeans sono d'accordo con te, ma per la cronaca la stoffa gli americani la importavano da Genova, Jeans nella loro lingua.
Per quanto riguarda la scarsa familiarità agli scherzi di Halloween, io appartengo alla categoria di quegli anziani, anche se non mi è capitato di sentire i ragazzi al citofono. La richiesta "dolcetto o scherzetto?" mi riporta ad un ricordo di quanto raccontava mio padre a me bambino.
Per Natale è risaputo che si facevano e si fanno ancora i buccellati. Allora le famiglie non avevano il forno in casa e i buccellati appena confezionati si portavano dalla panettiera. Erano tempi di diffusissima fame e non tutti avevano la possibilità d'avere in casa il tipico dolce. I ragazzi addetti a portare nelle case il pane e le teglie con i dolci, quando vedevano che la padrona non faceva gustare loro nemmeno un pezzetto del buccellato (che allora era più  grande ed era fatto con fichi secchi), gridavano - Si nun mi dati lu vucciddatu vustru maritu vi cadi malato. Al che la crudele massaia per esorcizzare quella maledizione s'affrettava a dar loro, finalmente, il buccellato e se li levava dai piedi.
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« Risposta #11 inserita:: 04 Novembre 2008, 12:21:12 »

Ma sai, caro Osvaldo, che nn erano i miei cugini ad essere crudeli?
Indagando un po in famiglia ho scoperto che a Sperlinga nel paese di mia madre
è proprio una legenda la storia che ho raccontato prima...assurdo!
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« Risposta #12 inserita:: 05 Novembre 2008, 22:31:21 »

Sui jeans sono d'accordo con te, ma per la cronaca la stoffa gli americani la importavano da Genova, Jeans nella loro lingua.
Per quanto riguarda la scarsa familiarità agli scherzi di Halloween, io appartengo alla categoria di quegli anziani, anche se non mi è capitato di sentire i ragazzi al citofono. La richiesta "dolcetto o scherzetto?" mi riporta ad un ricordo di quanto raccontava mio padre a me bambino.
Per Natale è risaputo che si facevano e si fanno ancora i buccellati. Allora le famiglie non avevano il forno in casa e i buccellati appena confezionati si portavano dalla panettiera. Erano tempi di diffusissima fame e non tutti avevano la possibilità d'avere in casa il tipico dolce. I ragazzi addetti a portare nelle case il pane e le teglie con i dolci, quando vedevano che la padrona non faceva gustare loro nemmeno un pezzetto del buccellato (che allora era più  grande ed era fatto con fichi secchi), gridavano - Si nun mi dati lu vucciddatu vustru maritu vi cadi malato. Al che la crudele massaia per esorcizzare quella maledizione s'affrettava a dar loro, finalmente, il buccellato e se li levava dai piedi.


questa dei buccellati dalla panetteria la ricordo da piccolo, un anno che non so per quale ragione eravamo con i miei a villarosa prima di natale, la sera prima ricordo il ferment della preparazione le zie intente a preparare l'impasto e la nonna il ripieno e poi il viaggio al panificio..........
che ricordi...
il sonno sopratutto ..........e il caldo del panificio di via butera o giu di li....................

altra sensazione strana il cimitero, freddo al tramonto, con i lumini che davano il cambio alla luce e con le lampadine sulle tombe montate per la ricorrenza...................

ricordo anche un anno con gli scout abbiamo raccolto i lumini e i fiori per le tombe abbandonate...........
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« Risposta #13 inserita:: 12 Novembre 2008, 20:08:53 »

 Ad Halloween usa la zucca
« inserita:: 31 Ottobre 2007, 19:15:34 »
   Rispondi citando
Questa sera si festeggia halloween, per noi cristiani non é assolutamente tale.Noi siamo contrari a tutte queste forme di festeggiamenti dove strege,fantasmi, zombi, e altri tipi di stregonerie non é conforme con la dottrina cristiana.Vi prego di leggere questo articolo,come me e altre persone troviamo tutto questo malsano per i nostri figli e per le persone che si dicono cristiani. http://www.diotiama.it/download.php?titolo=Ad+Halloween+usa+la+zucca.&id_dow=173&id
scusatemi ma leggendo nel sito ho trovato che qualcuno aveva parlato di questa festa.
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« Risposta #14 inserita:: 12 Novembre 2008, 22:02:19 »

                                                                          I VARI TIPI DI COMPARANZA DEL PASSATO

Si poteva essere compari in vari modi; ovviamente il principale era, ed ancora resta, il tenere a battesimo un figlio d’un amico o d’un parente. Tra il prescelto e il genitore del bimbo e le rispettive consorti s’instaurava un vincolo particolare che era chiamato “ U Sangiuguanni” a cui tanto si teneva.
Si diceva infatti che “U sangiuguanni jè ddilicato” e persino quando la comparanza avveniva tra familiari intimi (specialmente in tempi di forte crisi economica, quando non si riteneva opportuno mettere in difficoltà degli estranei con l’onere del regalo e nello stesso tempo si volevano contenere le spese del trattenimento) essi si davano del “vossì” e si chiamavano compare o commare (Cumpà/Cummà), persino tra fratello/sorella e cognato/cognata
Erano compari anche gli sposi e i testimoni della nozze: il compare d’anello, che spesso in seguito diventava il padrino del primo figlio. (Un particolare curioso: ci fu un periodo del dopoguerra, quando ancora non erano comuni acqua corrente e lavabo con annesso scarico, che i compari d’anello generalmente regalavano agli sposi il lavamano. Questo era costituito da due lastre di marmo parallele l’una sopra l’altra, distanziate e  sostenute da quattro tubi laccati di bianco; la lastra superiore aveva un grosso buco centrale ove andava a sistemarsi un bacile in genere di porcellena, il lato a muro e gli altri due laterali avevano delle sponde alte sui 15 cm, sempre in marmo, che avevano lo scopo di evitare che gli schizzi d’acqua trasbordassero  durante le abluzioni; per questo qualcuno scherzosamente li chiamava cumpari di lavamanu).
C’erano poi i compari d’abitudine, che cominciavano a chiamarsi così in età giovanile forse sperando di formalizzare in futuro una più solida comparanza che poi non veniva.
C’erano i compari per modo di dire; davano del compare alle persone che stavano loro simpatiche e continuavano a chiamarsi così per il resto dell’esistenza.
A Pasquetta si consolidavano fra ragazzi/e le comparanze/commaranze di Pascuni: cumpari/cummari di dijuna : per sette anni consecutivi, ma anche per molto meno, dovevano andare in campagna insieme, divertirsi e consolidare il rapporto eterno  tenendosi per un dito e recitando la seguente filastrocca:
“Compari  e san Giuguanni
socchi avimu ni spartimu:
avimu pane e ossa  e ninn’ jamu ‘nni la fossa;
avimu pane e rrisu e ninn’jamu ‘m paradisu”

C’era infine u cumpari di trazzera [in senso ironico, un’amicizia occasionale poco gradita, simile a compagno di processione]
P.S. - Ancora un caldo invito ai frequentatori del sito di fare qualche inchiesta tra gli anziani, per correggermi in qualche particolare ed aggiungere aspetti che io non conosco.
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