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Autore Discussione: Le nostre tradizioni  (Letto 51313 volte)
osvaldo

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« Risposta #15 inserita:: 18 Dicembre 2008, 18:16:06 »

                                                                  TORNA IL NATALE

E la mente mi riporta a momenti lontani, di guerra e dopoguerra, i tempi della mia infanzia.
Le lunghe serate trascorrevano in casa di parenti o amici, si giocava a tombola con le noccioline e ci si appassionava ai terni e alle quaterne come se si trattasse di una lucrosa vincita al lotto.
Si giocava anche “ o settori”, il sette di denari della carte siciliane, che dava il nome al semplicissimo gioco. Si distribuivano le carte e ad ogni carta di denari si prendevano dal piatto, tante unità della posta in gioco, quanto era il valore della carta di denari che si riceveva. La partita finiva quando usciva “u settori” e il fortunato prendeva tutto ciò che restava nel piatto. La posta era formata in genere di noccioline o monetine di piccolissimo taglio.
Altro gioco in voga a Natale e oltre era “u sett’e mminzu”, penso anche noto ancora: ogni carta aveva il valore nominale della stessa, le figure del mazzo valevano mezzo punto, vinceva  chi aveva le carte più alte fino al massimo di sette e mezzo. Chi superava quella cifra faceva “cudduruni” e perdeva.
Ma non sempre si possedevano cose materiali da mettere in gioco…
In mancanza chi perdeva buscava “nascati” o “mazzati”.
Se si giocava a “nascati” il perdente riceveva sul naso da parte del vincitore tanti colpetti dati col mazzo di carte; “i mazzati” invece erano botte date su una mano: il perdente presentava al vincitore la mano dritta a taglio e questi con le due mani colpiva contemporaneamente nelle due facce della mano tesa, con più o meno violenza.
Si rideva e ci si divertiva, così.
Quel mondo era così e ma non solo a causa della guerra, perché anche prima il tenore di vita era stato ugualmente bassissimo, per quel che sentivo raccontare ai grandi.
Il Natale d’oggi è pieno d’incertezze e la mitica America della mia infanzia appare malmessa ugualmente quanto la nostra Italia del benessere.
L’America era il sogno collettivo dove i compaesani là avevano fatta fortuna: si diceva che il più povero era ricco come Curione ed in ogni stanza avevano una radio, persino nel gabinetto.
La mia generazione, da giovane, poteva sognare l’automobile, ma non pensava affatto che un giorno potesse possederla. Il boom degli anni ’60 fece arrivare l’America qua.
Speriamo che la crisi che s’ annuncia sia passeggera e tornando al goduto benessere possiamo riflettere sui valori importanti e duraturi dell’esistenza, senza violentare la Natura per fare sempre soldi, soldi e sempre più soldi.
Approfitto per augurare un BUON NATALE in pace a tutto il mondo, ove noi tutti siamo compresi.
« Ultima modifica: 10 Novembre 2009, 16:15:00 da osvaldo » Registrato

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« Risposta #16 inserita:: 18 Dicembre 2008, 22:25:55 »

Auguri anche a te, Osvaldo. A te e alla tua famiglia. Spero di incontrarti in piazza, anche se con rammarico devo dire che le occasioni sono veramente rare. Pazienza.
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« Risposta #17 inserita:: 19 Dicembre 2008, 15:48:45 »

Auguri OSVALDO!
A te e famiglia tutta.

Se avremo modo di vederci sarò felice di fare gli auguri anche di persona.

Riguardo a:

Citazione
Speriamo che la crisi che s’annuncia sia passeggera e tornando al goduto benessere possiamo riflettere sui valori importanti e duraturi dell’esistenza, senza violentare la Natura per fare sempre soldi, soldi e sempre più soldi.

Speriamo che la crisi serva da "RESET" alla società, che faccia riflettere, che faccia cambiare CERTE regole che non potevano andare avanti ancora per troppo tempo ... e lo si sapeva.

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« Risposta #18 inserita:: 19 Dicembre 2008, 18:53:17 »


Speriamo che la crisi serva da "RESET" alla società, che faccia riflettere, che faccia cambiare CERTE regole che non potevano andare avanti ancora per troppo tempo ... e lo si sapeva.

E ti pare che il RESET si puo' ottenere facilmente? Tutti d'accordo dell'inutilità' delle Province ma nessuno fa sul serio per toglierle. Ci eravamo illusi che la corruzione fosse di più in certi partiti ed invece esiste dove c'è un qualsiasi potere, pur minimo.
Qualche ingenuo continua a pensare che il ricco ruba meno e qualche altro che il povero sia più onesto...
La corruzione fa bene al portafoglio individuale del corruttore e del corrotto, alle casse dei partiti, all'urna elettorale. Come mandare a spasso l'esercito dei politicanti di periferia? Chi farebbe piu' il galoppinaggio o l’abbordo al furbo elettore che dà purché tu gli dia?
Questo è il punto debole della democrazia! C'e' qualcuno con una formula migliore? Faccia un passo anvanti!
Abbiamo conosciuto il Reset delle rivoluzioni,e poi?
Scriveva Tacito: il popolo romano (non era solo quello di Roma, ma italico) non sopporta la tirannia, ma nello stesso tempo non apprezza la democrazia.

Approfitto per rinnovare l' augurio d'uscirne fuori, non proprio malconci.
« Ultima modifica: 19 Maggio 2009, 15:34:45 da osvaldo » Registrato

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« Risposta #19 inserita:: 21 Dicembre 2008, 12:22:04 »

inizio con il ringraziare osvaldo per condividere i suoi ricordi con noi,
poi aggiungo che oggettivamente la crisi ci deve ancora prendere in pieno e ci lascerà malconci per un po, ma dovremmo farcela.

Per Villarosa malgrado tutto sarà il solito natale, di bello c'è anche questo, dal 70 ad oggi poco progresso economico ci ha lasciato indenni dalle speculazioni finanziarie,

forse qualche risparmiatore piangerà lacrime amare per essersi convinto a comprare certi prodotti finanziari anzichè investire sul suo paese: è la vita, è l'economia, nel sistema i soldi non si inventano passano da una tasca ad un'altra. Ricordo ancora un "maestro" dell'economia che ci disse in tempi non sospetti l'america è 10 anni che vive "sopra" la sua economia, e tutto il mondo viveva "sopra quella dell'america", ....

l'AMERICA tolse indirettamente il primato minerario solfifero al nostro territorio, oggi forse tornando all'economia di sopravvivenza dei nostri ultimi 30 anni potremmo avere un nuovo riscatto...

ma molti CERVELLI sono andati via, altri si preparano a farlo, chi resta può avere spazio, ma ci vogliono soldi e banche che finanzino progetti seri e duraturi,

Per cui penso che per Villarosa, potrebbe essere un'opportunità, qualcuno potrebbe rientrare in attesa di tempi migliori e investire in qualche attività, è un auspicio per il futuro SPERIAMO

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« Risposta #20 inserita:: 21 Dicembre 2008, 23:28:08 »

l'AMERICA tolse indirettamente il primato minerario solfifero al nostro territorio, oggi forse tornando all'economia di sopravvivenza dei nostri ultimi 30 anni potremmo avere un nuovo riscatto...


Ti dispiace chiarire la seconda parte del periodo e qual è il collegamento con la prima parte?
Grazie
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« Risposta #21 inserita:: 22 Dicembre 2008, 14:36:01 »

si tratta della possibilità di fronte ad una crisi di avere una possibilità in +, quando venne scoperto il metodo FRAISH le nostre miniere potevano chiudere tutte ma questo non avvenne, ....perchè..? ne facevo solo un parallelismo storico

.... ma ti dettaglio in un messaggio personale il resto per non andare OFF TOPIC
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« Risposta #22 inserita:: 23 Dicembre 2008, 16:12:23 »

           Nel ringraziare Osvaldo per le cose belle che ci racconta ,oggi voglio esternare il mio pensioro sul "riscoprire il NAtale."
Il Natale da sempre è stata la festività più sentita ,soprattutto,da quando è diventata la festa in cui si scambia il dono .Così il Santo Natale  a poco a poco ha perso il vero significato,ognuno per la sua parte ha cercato di trasformare questa festività cristiana che celebra la nascita di Gesù in qualcosa di diverso.
Abbiamo trasformato il Natale "nel tempo dei regali" convinti che fosse il modo migliore di vivere un sereno Natale .Travolti dal benessere economico,affollando i negozi , abbiamo trascorsi giorni interi alla ricerca affannosa del regalo particolare o nelllo studio  certosino di come abbellire le nostre case o imbandire la tavola per stupire amioci e parenti.
Ci siamo dimenticati che questa festività è la festa  dell'Amore, il Verbo per amore si è fatto uomo ,povero tra i poveri.
Facciamoci  dono del l suo Amore, acchè non  restiamo  indifferenti nei confronti di coloro cher ci stanno a fianco, un saluto,un sorriso o una parola buona non vanno comprati in gioielleria. Assicuriamo che, ogni bambino in qualsiasi luogo del mondo nasca, abbia  diritto a un'infanzia felice .
Quanti di noi vivono davvero il Natale?
Incominciamo da quest'anno a vivere il vero Natale ,anche con tutti gli affanni e i dispiaceri che la vita ci dà.
La pace la serenità e la gioia bisogna trovarli dentro di noi. Solo così possiamo dire di vivere un sereno Natale e poterlo augurare anche agli altri. Un augurio particolare a Osvalto e la sua famiglia e augur di cuore i a tutti i Villarosani.           
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« Risposta #23 inserita:: 23 Dicembre 2008, 21:43:43 »

           Ci siamo dimenticati che questa festività è la festa  dell'Amore, il Verbo per amore si è fatto uomo ,povero tra i poveri.
Facciamoci  dono del l suo Amore, acchè non  restiamo  indifferenti nei confronti di coloro cher ci stanno a fianco, un saluto,un sorriso o una parola buona non vanno comprati in gioielleria. Assicuriamo che, ogni bambino in qualsiasi luogo del mondo nasca, abbia  diritto a un'infanzia felice .
Quanti di noi vivono davvero il Natale?

Prendo spunto dalle belle parole di viacolvento per riflettere sulla vera essenza del Natale. 
Tradizione è l’eredità culturale che col tempo rischia di usurarsi e spesso diviene routine.  Il mondo è cambiato e l’idea di Dio si aggiorna, anche se Egli resta sempre l’Inconoscibile. Gli spiriti più sensibili interiorizzano la religione e la sfrondano da tutti gli orpelli della tradizione, spesso discutibili perché di sapore idolatrico. C’è ancora chi reclama la Messa in latino e ritiene che questo ritorno al passato sia la panacea per il ripristino degli antichi valori.
Quali sono essi? La mia risposta è una: quelli del Vangelo.
In origine era il Libro che guidava i primi seguaci di Cristo.
Oggi si dice che la società va paganizzandosi. E ciò corrisponde al vero: il godimento di beni materiali fa mettere da canto sempre più la spiritualità.
Il passato è la tradizione, ma il passato remoto è l’idea del mondo che abbiamo noi oggi, il paganesimo.
Questo non appagava più gli spiriti sensibili che vissero agli albori del Cristianesimo e tra costoro la nuova religione fece molti proseliti.
L’antica nostra religione era molto severa e per questo aveva molti detrattori, ma ugualmente si arricchiva sempre più di niuovi seguaci, però a livello di minoranze. Dopo i primi secoli, per ampliare la conquista di molte anime si cominciò ad innestare la religione nel solco della vecchia. Le feste pagane furono ribattezzate con simboli ed avvenimenti cristiani, la stessa ricorrenza della festa del Sole del 25 dicembre divenne il Natale. Qui non c’è nulla di male. Il danno maggiore nacque dal politeismo camuffato: l’eccessivo culto dei Santi a cui ci si rivolgeva per ricevere una Grazia. Col passare dei secoli si è esagerato persino con la vendita delle indulgenze e si è arrivato al più grande scisma, il Protestantesimo. Il Cattolicesimo si chiuse a riccio in Italia mentre divampavano in Europa le più terribili guerre di religione. Era il tempo per una vera riforma che non avvenne: secolo dopo secolo quell’errore umano di valutazione ci ha portato in gran parte al disconoscimento dell’essenza spirituale della religione di Cristo. Tanta gente oggi crede fermamente al formalismo e si arrocca su posizioni conservatrici che sono fuori della realtà del nostro tempo: processioni, statue, confraternite con costumi scopiazzati dai paesi vicini, riti e fanatismi vari che non sono la vera religione. Persino sento parlare di conventicole in seno alla Chiesa di fedeli esagitati che arrivano a parlare “in lingua”; ho chiesto di cosa si tratta e mi è stato detto che essa sarebbe la parlata di Gesù, l’aramaico….
Intanto ogni necessaria azione rinnovatrice porterebbe ad un nuovo scisma, ma non si può procrastinare all'infinito e lamentarci che non esiste la fede d'un tempo…
Sento la necessità di precisare che non ho simpatia alcuna per nessuna delle religioni che stanno fuori della Chiesa e che io non ho alcuna formula da proporre.
Dentro la Chiesa ci sono tante anime oneste, sensibili a questi problemi che purtroppo sono guardate con sospetto soprattutto dalla gerarchia ufficiale. Come si esce da questa realtà vecchia e stantia mentre i tempi galoppano verso il nuovo?
Siamo sinceri: quando ci auguriamo il buon Natale il nostro pensiero corre alla serenità in casa, alla crisi incombente da superare, all’atmosfera di festa coi propri cari… 
Purtroppo è questo il nostro Natale, cara Viacolvento!
« Ultima modifica: 24 Dicembre 2008, 17:51:35 da osvaldo » Registrato

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« Risposta #24 inserita:: 01 Gennaio 2009, 16:55:00 »

Citazione
quando ci auguriamo il buon Natale il nostro pensiero corre alla serenità in casa, alla crisi incombente da superare, all’atmosfera di festa coi propri cari…

D'accordo con quanto detto da Osvaldo.

Dal mio canto, sono dell'idea che la chiesa sta restando in dietro rispetti ai tempi che corrono, e l'avere un Papa conservatore come quello in carica non aiuterà a muovere le acque in senso opposto.

Approfitto per augurare a tutti un felice 2009! (vado off-topic ma ogni tanto ci sta!  :-D)
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« Risposta #25 inserita:: 29 Novembre 2009, 13:54:53 »

                                   SAN GIACOMO, PROTETTORE DEI FORESTIERI  Vedi anche: www.bellarrosa.blogspot.com

San Giacomo Maggiore, Patrono di Villarosa, è senza dubbio un grande Santo: apostolo di Gesù e fratello di San Giovanni Evangelista, insieme col quale dallo stesso Maestro furono chiamati "figli del tuono", per il loro spirito ardente e sinceramente spontaneo. Fra i pochi apostoli prediletti da Gesù, è presente nei momenti significanti della Sua Testimonianza in terra. Grande divulgatore della Fede e, secondo Isidoro di Siviglia, evangelizzatore della Spagna, di cui è ancora oggi l'amato Patrono. 
Un Santo, tanto venerato in una grande Nazione, e non solo, è invece “sfortunato” presso di noi, e non solo a quanto vedremo; nessuno si rivolge a Lui, per intercedere per qualche grazia: gli si attribuisce sempre la "colpa" di proteggere i forestieri!
Il popolo ha interpretato a modo proprio questa "propensione"  del Santo  nei riguardi degli immigrati. I vecchi raccontano che quando fu commissionata la statua del Santo, per puro caso ne fu ordinata un’altra copia allo stesso artista dagli abitanti di Caltagirone, dei quali il Nostro è anche  il Patrono. Al momento della spedizione ci sarebbe stato un disguido e le due statue sarebbero state involontariamente invertite nelle destinazioni: di qui la tendenza del Santo a proteggere i non paesani!
Mi è da tempo sembrato che tale leggenda fosse  la spiegazione mitica di un fenomeno tipico dei piccoli centri senza antiche tradizioni come il nostro, nei quali il forestiero è visto come un individuo tutto al positivo, perché non è oggetto di antica invidia, e quindi gli si perdona qualche difettuccio in più rispetto al compaesano. Fra noi, purtroppo, siamo portati a scoprire, l’un dell’altro, più facilmente i difetti piuttosto che i pregi e siamo anche soliti ad andare spesso a scomodare “nanni e nunni”, sottacendo dei nostri.
Al contrario, al forestiero, per noi come se fosse nato oggi, mostriamo fiducia e lo mettiamo nelle migliori condizioni d’ambientamento: questi gratificato, è in grado di estrinsecare al meglio i suoi talenti.
Qualche anno fa, con mia grande sorpresa sono venuto a conoscenza da partedi un mio amico di Caltagirone, che anche là il nostro comune Santo Patrono è ugualmente accusato di proteggere i forestieri.
Alla  luce di tale notizia l' ipotesi del piccolo paese senza profonde radici non regge più. Caltagirone è ben più grande di Villarosa, ha tradizioni di più solida cultura che affondano nella preistoria. Insomma non è il piccolo Comune dove tutti conoscono tutti …
Tanto induce a cercare una spiegazione diversa.
La figura del santo non apparve con la fondazione della nostra nuova cittadina, dal momento che  nella zona in cui oggi sorge il lago artificiale, in contrada S. Francesco, intorno al convento di Cappuccini, di cui si notano scarsi ruderi, esisteva un antico quanto piccolo casale chiamato S. Giacomo  di Bombuneto. Pertanto il Santo era “di casa” nella zona e ciò esclude del tutto il fatto che la scarsa presa sulla popolazione potesse essere stata causata dall'imposizione da parte dei Duchi fondatori, che anzi l'accettarono di buon grado.
Il nostro Santo Patrono non era come i Santi di altri paesi venerati in certe ristrette zone e che fuori delle quali sono pressoché ignoti. Il Nostro era veneratissimo nella cristianità fin dal Medioevo: erano difatti famosi i pellegrinaggi a Santiago di Campostela, eminente meta seconda solo a Roma, anche se sorge nell’estremo Occidente del Continente. Ci si muoveva da tutta Europa, per devozione o per adempiere un voto. La figura del Santo, evangelizzatore dell' Occidente europeo, era presente nella tradizione cristiana, nella cultura e nel costume già prima che la Sicilia divenisse dominio spagnolo. Per gl’Iberici San Giacomo era il simbolo dell’unione cristiana della “Reconquista”  che aveva lo scopo di cacciare i Mori dal continente europeo, come già qualche secolo prima era avvenuto in Sicilia. Spagna e Sicilia erano “gemellate” dal comune risentimento versi gli islamici e gratitudine nei riguardi del Santo che li aveva sostenuti nella battaglia comune. Quindi Santo popolare, oltre che della classe dominante spagnola. Tale popolarità in Sicilia è dimostrata anche dalla tradizione orale, viva ancora oggi, secondo cui, l’ammasso stellare che forma nel cielo notturno la Via Lattea dal popolo è chiamata "a scalunata di Sagn' Jàbbicu" ed anche dalla manifestazione pittoresca di Capizzi, cittadina ben più antica della nostra.
Quindi appare presumibile supporre che quando dopo circa sei secoli s’era perso il ricordo della  riconquista cristiana a danno degli Arabi e nello stesso tempo agli Spagnoli in Sicilia subentrò la nuova casa regnante dei Borboni, d’origine francese, il Santo cominciò ad essere considerato "forestiero"; non certo dal popolo che in genere rimane devoto alle sue figure sacre, ma dalla classe dominante che con i suoi modelli culturali impone persino i "suoi" santi...
Villarosa non ha formalmente rinnegato il Santo Protettore, ma si venera a “cuore freddo”. Ricordo le processioni del 10 agosto della mia infanzia: era mortificante la quasi inesistente partecipazione di popolo devoto.
Questa interpretazione critica della nostra cultura popolare ci induce a due considerazioni: la prima è quella di tenere fuori la religione dagli interessi politici, la seconda di accettare ed onorare il nostro grande Santo della nostra più genuina tradizione, fuori da nazionalismi e da pregiudizi sciocchi.

P.S. – La presente spiegazione è una mia ipotesi personale. Invito altri a cercarne un’altra più convincente.

« Ultima modifica: 07 Febbraio 2011, 23:13:14 da osvaldo » Registrato

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« Risposta #26 inserita:: 15 Dicembre 2009, 09:16:43 »

ciao osvaldo, mi presento sono falcopennato, sono da poco nel sito ed ho notato la scarsa partecipazione,( quello che sto per dire mi dispiace ma ammetterlo è più forte di me), non sarà colpa degli amministratori di questo sito che non danno più stimoli di conversazione!? secondo me dovrebbero essere loro ad aprire discussioni o portare notizie sempre con la collaborazioni di tutti noi si capisce, ma l'iniziativa deve partire da loro , mi dispiace. Dopo quello che ho detto ti dico che anch'io sono da una vita cumpare di trazzera e credimi è bello ancora oggi quando ci incontriamo si ricordano i vecchi tempi quando si giocava a "vazzica" cioè si metteva sopra una pietra un bastone in bilico di circa cinquanta centimetri e con un'altro si doveva colpire per mandarlo il più lontano possibile era semplice ma tanto bello, anche il gioco delle palline tutte colorate era bello.Non solo una persona che pensa in negativo anzi ma la nostalgia dei vecchi tempi a volte ti prende osservando questi giovani che non si accontantano mai, comuque sia si deve andare avanti e credere che le cose possono cambiare. un saluto
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« Risposta #27 inserita:: 15 Dicembre 2009, 19:46:11 »

ciao osvaldo, mi presento sono falcopennato, sono da poco nel sito ed ho notato la scarsa partecipazione,( quello che sto per dire mi dispiace ma ammetterlo è più forte di me), non sarà colpa degli amministratori di questo sito che non danno più stimoli di conversazione!? secondo me dovrebbero essere loro ad aprire discussioni o portare notizie sempre con la collaborazioni di tutti noi si capisce, ma l'iniziativa deve partire da loro , mi dispiace. Dopo quello che ho detto ti dico che anch'io sono da una vita cumpare di trazzera e credimi è bello ancora oggi quando ci incontriamo si ricordano i vecchi tempi quando si giocava a "vazzica" cioè si metteva sopra una pietra un bastone in bilico di circa cinquanta centimetri e con un'altro si doveva colpire per mandarlo il più lontano possibile era semplice ma tanto bello, anche il gioco delle palline tutte colorate era bello.Non solo una persona che pensa in negativo anzi ma la nostalgia dei vecchi tempi a volte ti prende osservando questi giovani che non si accontantano mai, comuque sia si deve andare avanti e credere che le cose possono cambiare. un saluto

Caro falcopennato, hai ragione a non essere contento dell’andamento di questo bel sito. Io vi collaboro da qualche anno e ti dirò che subito mi ha affascinato per un duplice ordine di interesse: il primo è il sito del mio paese, della mia gente; il secondo è ben organizzato e tenuto in piedi da un gruppo di giovani in gamba.
Essi, quando iniziarono, da studenti, erano più entusiasti perché forse non avevano gl’impegni che hanno oggi, quelli della famiglia e del lavoro.
In secondo luogo molti si sono lasciati prendere la mano di quel caravan serraglio di face book.
Prima c’era vivacità, collaborazione ed anche polemica. Quest’ultima ha qualche volta lasciata amara la bocca, solamente per il semplice fatto che alcuni hanno lasciato il campo e non si sono fatti vedere più. Ma la causa della decadenza non è questa.
Mi fa piacere che tu sia della più vecchia generazione, in quanto siamo come mosche bianche in questo vasto mondo quasi virtuale allora impensabile, lontano anni luce di quando il cinema era la più grande conquista.
Siamo in periodo di grande crisi ma il benessere ancora è sempre maggiore rispetto a quello dei tempi della “vazzica”: questo può essere assaporato e gestito con intelligenza soprattutto da quanti abbiamo conosciuto il tempo passato.
Nondimeno non sono pessimista. Sono convinto che si potrà trovare un compromesso tra il passato prossimo, troppo ricco rispetto a quello più remoto, e l’avvenire denso di nubi minacciose.
Benvenuto falcopennato, sono felice di leggerti, ma non fermiamoci qui.
Non so se hai letto i miei ricordi sul sito, perché non aggiungere i tuoi?
Salve.
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« Risposta #28 inserita:: 15 Dicembre 2009, 22:10:46 »

e' vero, il sito non ha più cosi tanti interventi, ma le statistiche dimostrano che almeno i ragazzi lo leggono. Gli interventi sono, sopratutto in questa sezione, davvero interessanti, Osvaldo è il nostro narratore. A noi piace leggerlo e commentarlo, chiaro gli impegni ci sono per tutti.
Ma i contenuti non sono diminuiti, i messaggini off topic oggi li lasciano su FBquelli sono diminuiti insieme ad alcune invettive. Resta il meglio, resta il confronto e la soddisfazione che chi più chi meno, vedi falco pennato, che si registra e diventa uno dei nostri. Resta la cronaca e il piacere di rivedere un pezzo di casa.
benvenuto FALCOPENNATO,
OSVALDO grazie ancora dei tuoi racconti
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« Risposta #29 inserita:: 16 Dicembre 2009, 21:04:51 »

ciao osvaldo  grazie del benvenuto , mi dispiace ho commesso un errore ho scritto qualcosa ma come oggetto "favole" se vai  su quella sessione se vuoi puoi leggermi. Un saluto
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