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Autore Discussione: Versetto domenicale  (Letto 20749 volte)
caluzzu


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« Risposta #15 inserita:: 19 Dicembre 2007, 07:52:28 »

È UNA FESTA PAGANA
In un trattato dell'anno 243 é indicato come giorno natalizio di Cristo il 28 Marzo.
Altre date della nascita di Cristo sono il 2 Aprile (secondo Ippolito); il 19 Aprile ed il 20 Maggio.
Le ultime sono: il 6 Gennaio (secondo Clemente Alessandrino; solo gli Armeni sembra che stabiliscano ancora la nascita di Cristo per il 6 Gennaio). Fu solo intorno al 325-354 che a Roma si stabilì nettamente la festa liturgica del natale al 25 Dicembre, la decisione fu presa per motivo teologico: quest'ultima data era una festa pagana di Mitra dedicata al "dio Sole" e si festeggiava il dio sole con giochi nel circo e con grande afflusso in Roma di gente da tutto l'Impero.
L'imperatore Aureliano (270-275 d.C.) diede molta importanza al culto del sole e, nel 274, dichiarò il 25 dicembre natale del Sole Invitto.
L'imperatore Costantino sostituì la festa del dio Sole stabilendo che per il 25 dicembre si festeggiasse la nascita di Cristo, pensando di sconfiggere e soppiantare i vecchi culti.
Nel corso del IV sec. questa data andò acquistando credito, ma le feste pagane di questi uomini erano troppo radicate nel costume popolare per essere abolite dall'influenza del Cristianesimo…
La festa pagana, con le sue baldorie e gozzoviglie, era talmente popolare per i cristiani che furon ben contenti d'aver trovato una scusa per perpetuare la celebrazione con pochi cambiamenti sia nello spirito, sia nell'usanza (N.B. qui si parla di cristiani, non si deve intendere i veri seguaci di Cristo, ma coloro che una volta erano pagani e dopo la simulata conversione di Costantino, accettarono la nuova religione di stato: il Cristianesimo).
Cosi per quei pagani che si convertivano al cristianesimo si trovò la scusa necessaria per cominciare a considerare la loro festa pagana del 25 Dicembre (giorno natale del dio sole), come se fosse. il giorno natale del Figlio di Dio.
Fu Cosi che il Natale si infiltrò gradatamente nel mondo occidentale. E nel 534 d. C. il vescovo di Roma proclamò il 25 Dicembre anniversario della nascita di Cristo.
Siberio ordinò ai fedeli di celebrare questo giorno per ricordare la natività di Gesù.
Possiamo chiamarla o definirla come vogliamo ma rimane sempre la vecchia festa pagana in onore del Sole! L'unico cambiamento sta nel fatto che lo chiamiamo il natale di Gesù anziché "natale dell'invincibile Sole". Noi possiamo chiamare un coniglio con il nome di leone, ma sempre un coniglio rimane.
In seguito, per questa data del 25 dicembre i falsi ministri di Dio fecero fare dagli artefici delle piccole sculture di gesso o di altra materia e tra queste una raffigurante il "Bambino Gesù"… Così questi falsi dottori portarono un piccolo simulacro alla bocca degli uomini per farlo baciare, dando falsamente a credere che rappresenta il bambino Gesù. A questo riguardo l'apostolo Paolo dice: 2 Corinti 5:16 "Quindi, da ora in poi, noi non conosciamo più nessuno da un punto di vista umano; e se anche abbiamo conosciuto Cristo da un punto di vista umano, ora però non lo conosciamo più così". Segue.
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« Risposta #16 inserita:: 19 Dicembre 2007, 12:29:42 »

Bravo caluzzu, hai inventato i versetti domenicali del mercoledì...  Buono!
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caluzzu


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« Risposta #17 inserita:: 19 Dicembre 2007, 18:40:01 »

Bravo caluzzu, hai inventato i versetti domenicali del mercoledì...  Buono!
Mi semprava troppo lungo per metterlo tutto domenica allora lo sto spezzettando cosi tu lo potrai leggere tutti i giorni ciao.
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« Risposta #18 inserita:: 20 Dicembre 2007, 07:32:23 »

ORIGINE DEL NATALE: Nimrod, nipote di Cam, che a sua volta era uno dei tre figli di Noè, fu il fondatore del sistema babilonese. Quest'uomo edificò la torre di Babele, la città originale di babilonia, l'antica Ninive. Nimrod, in ebraico. deriva da MARAD. che significa "si ribello'". Da molti scritti antichi, si apprende molto su questo uomo che iniziò la grande apostasia che avrebbe poi dominato il mondo fino ad oggi.
Nimrod era così malvagio e perverso che sembra abbia sposato la sua stessa madre, il cui nome era Semiramis. Dopo la morte prematura di Nimrod. la sua cosiddetta moglie-madre Semiramis, propagò la dottrina malvagia della sopravvivenza di Nimrod come essere spirituale, che appariva ogni anno (il 25 dicembre) in un albero sempreverde, lasciando dei doni su di esso;
Furono queste le origini del cosiddetto "Albero di Natale". Nel corso delle generazioni successive, la tradizione babilonese trasformò Nimrod in un falso Messia, il "Figlio di Baal". il "dio Sole."
Nel sistema babilonese, La "Madre e il bambino" (Semeramis e Nimrod) divennero poi il principale oggetto di adorazione.
In seguito tale venerazione si sparse in tutto il mondo. entrando a fare parte di culture diverse si cambiarono solo i nomi:
• In Egitto, la madre e il bambino divennero "Iside e Osiride";
• In Asia "Cibele e Attis";
• Nella Roma pagana "Fortuna e Giove fanciullo".
• Anche in Grecia, Cina, Giappone e perfino nel Tibet esisteva tale usanza, molto tempo prima della nascita di Gesù Cristo.

NON E VERO MA CI CREDO
Leggendo in una rivista italiana di arredamento, l'autrice di un articolo sul Natale, Alma Lanzani scrive: "Il Natale, così come lo viviamo in quest'ultimi anni, non è poi molto diverso dalle antiche feste pagane che lo hanno generato".
Con competenza, l'autrice descrive le tradizioni, le magie che si tramandano da millenni racchiuse in quelle "piante natalizie" che per la cristianità e ahimè, forse, per tanti credenti evangelici, sono ormai state accettate inconsapevolmente nella loro vita cristiana in queste occasioni di festa.
a Contro il male "la forza del rosso": Usiamo il colore rosso a volontà nei giorni di festa. Tovaglie, vestiti, giarrettiere, carta da regalo. Catalizzeremo così le energie positive, allontanando gli influssi maligni. Questo colore infatti è simbolo di vitalità e richiama la forza del sole, dell'amore, della passione.
b La fortuna in tavola: questi gli ingredienti essenziali per un menù natalizio che porti fortuna ed esorcizzi i guai:
• Pesce: porta salute, prosperità e benessere.
• Un primo con ripieno: a scelta tra ravioli, tortellini, ancora più benefici se preparati in casa.
• Un volatile: tacchino o cappone, oca o gallina. Favoriscono l'armonia in famiglia ed il benessere dello spirito. È per via delle ali che rappresentano l'anima e il pensiero.
• Frutta secca, torrone e panettone: simboleggiano i lati dolci della vita, quelli che portano salute, prosperità e danaro.
c Contro gli spiriti maligni:
• L'agrifoglio: porta in casa benessere e felicità e protegge contro le influenze negative, rinsalda i rapporti affettivi.
• Le dodici notti sante: nelle notti tra il 26 dicembre ed il 6 gennaio si ritiene che le streghe tentino di insidiare la nostra casa. Appendiamo dunque alla finestra un ramo d'alloro e qualche testa d'aglio. Chi ha un giardino può accendere un fuoco vivace e scoppiettante: si dice infatti che le streghe odino tutto ciò che rallegra la vita.
• Pane e latte: nelle dodici notti sante si aggirano anche degli spiriti inquieti: per loro lasciamo fuori dalla porta o sul davanzale una ciotola con pane e latte.
• Profumi propiziatori: per procurarci gioia e salute facciamo bruciare bucce di mandarini o di arancio acquistiamone le essenze.
• Campanelle: usatissime in Oriente e diffuse in tutto il mondo, si ritiene che con il loro tintirrnio mettano in fuga le presenze maligne.
 
 L'ALBERO DI NATALE Oltre all'albero sempreverde di Nimrod. anche in altri popoli pagani germanici usavano decorare le loro case con piante sempreverdi che consideravano come sede degli spiriti della vita e della fecondità e con rami di agrifoglio ricchi di bacche rosse in onore degli spiriti della foresta, usanza ancora oggi viva in molte province francesi, svizzere e tedesche.
La vigilia di Natale, si appendevano ramoscelli di agrifoglio nelle case e nelle stalle allo scopo di allontanare i sortilegi.
L'azione era duplice: da un lato rappresentava la sopravvivenza delle piante e la speranza 

della loro rinascita; dall'altro, grazie alle spine, scacciava gli spiriti maligni.
Infatti, alcune di queste piante sempreverdi come il pungitopo e il vischio, non soltanto erano vitali nelle gelide stagioni invernali, ma producevano perfino dei frutti a riprova della loro fertilità. Questi alberi o arbusti, erano, quindi decorati con luci e fronzoli diversi. Ad esempio:
• I Druidi, sacerdoti degli antichi popoli celtici, i quali abitavano soprattutto nel moderno Galles, in Gran Bretagna, adornavano, nel periodo di fine anno i rami di questi alberi con mele decorate.
• I romani credevano che l'agrifoglio, piantato presso una casa, la proteggesse dai malefici.
Cosa ci dice la Bibbia a tal proposito? leggiamo in Geremia 10:2-6 "Così parla il SIGNORE: "Non imparate a camminare nella via delle nazioni, e non abbiate paura dei segni del cielo, perché sono le nazioni quelle che ne hanno paura. Infatti i costumi dei popoli sono vanità; poiché si taglia un albero nella foresta e le mani dell'operaio lo lavorano con l'ascia; lo si adorna d'argento e d'oro, lo si fissa con chiodi e con i martelli perché non si muova. Gli idoli sono come spauracchi in un campo di cocomeri, e non parlano; bisogna portarli, perché non possono camminare. Non li temete! perché non possono fare nessun male, e non è in loro potere di far del bene". Non c'è nessuno pari a te, SIGNORE; tu sei grande, e grande in potenza è il tuo nome"
  A riguardo del babbo natale è paradossale poi che, durante il resto dell'anno i genitori puniscono i figli per aver detto delle bugie. Poi a Natale, essi stessi dicono ai loro figli questa bugia in merito a Babbo Natale.Segue.
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« Risposta #19 inserita:: 21 Dicembre 2007, 07:17:44 »


IL VISCHIO Oltre all'uso citato sopra a proposito del vischio, gli antichi pagani usavano il vischio nella notte che commemorava la morte del, "Vecchio Sole" e la nascita del nuovo nel solstizio 

d'inverno (25 dicembre) perché ritenevano fosse sacro al sole, a motivo del suo potere magico guaritore. Le attuali popolazioni nordiche, discendenti dai Celti che l'avevano portata alla gloria degli altari, l'hanno sempre ritenuta frutto di misteriose forze celesti. Veniva raccolto la prima notte dell'anno con un falcetto d'oro dal capo dei Druidi e lo si lasciava cadere su un lenzuolo di lino immacolato, poiché, si diceva, toccando il suolo 

avrebbe perso i suoi poteri magici.Poi, seguiva il sacrificio di due torelli bianchi, le vergini vestite di bianco portavano il vischio verso l'acqua lustrale raccolta in un bacile con cui si aspergeva la folla, augurando pace, amicizia e buona salute.
Nel medioevo, guaritori e streghe preparavano elisir d'amore e porzioni magiche medicamentose con il vischio. I rami della pianta, infine, accuratamente essiccati e trattati con opportuni riti contro il malocchio, si conservano tutto l'anno nelle abitazioni, per tenere lontano gli spiriti malefici del diavolo. Quest'ultima usanza non è stata dimenticata: alla fine dell'anno il vischio compare nelle vetrine dei fiorai, ed è un regalo propiziatorio che gli amici più superstiziosi accettano volentieri.
 
IL PRESEPE
La rappresentazione del presepe che ha luogo nella Chiesa in occasione del Natale non ha nessun fondamento biblico, si rifà a S. Francesco d'Assisi che secondo la tradizione ideò a Greggio nel 1223 il primo presepe.
Dice l'enciclopedia cattolica che: "La presenza del bue e dell'asino si deve ad un'erronea interpretazione di Isaia1:3 e di Abacuc 3:2 (Versione "Itala").

"È evidente che questa rappresentazione, pur avendo un valore artistico e folcloristico è in contrasto con l'insegnamento divino espresso nella Bibbia al 2° comandamento (Esodo 20:3-5 "Non avere altri dèi oltre a me. Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano"), ancora nel N.T. é scritto: Atti 17:29 "Essendo dunque discendenza di Dio, non dobbiamo credere che la divinità sia simile a oro, ad argento, o a pietra scolpita dall'arte e dall'immaginazione umana".

I DONI
 
Anche questo scambiarsi dei doni non é biblico. Molti si rifanno a dopo la nascita di Gesù ai doni portati dai "Magi" Mat. 2:2-11. Se leggiamo attentamente notiamo che: i magi non presentarono i doni per il compleanno, perché giunsero svariati giorni dopo. Non fu d'esempio affinché anche noi ci scambiassimo dei doni; i Magi offrirono dei doni a Lui non ai loro amici o parenti. Fra i Popoli orientali. é consuetudine che nessuno si presenti davanti ad un Re o un gran personaggio senza avere un dono da presentare in segno di rispetto. 

La verità é che i Magi non istituirono una nuova tradizione natalizia di scambiarsi dei doni a vicenda per onorare il giorno natale di Cristo, essi stavano seguendo l'antico costume orientale, si presentarono a Colui che era nato "Re dei Giudei" con dei doni, come fece anche la Regina di Seba, quando portò dei doni a Salomone.

STRENNE
Le strenæ (eacute;trennes) del 1 gennaio romano (fortemente condannato da Tertulliano, de Idol., XIV y X, a da Massimo di Torino, Hom. el CIII, de Kal. gentil., en P.L., LVII, 492, ecc.).
 Purtroppo quello che sembra la festa più cristiana dell'anno non è altro che un insieme di festeggiamenti che per la Roma pagana cominciavano il 17 Dicembre con i Saturnali, feste in onore del dio Saturno, e culminavano nella notte di S. Silvestro che si celebra il 1° Gennaio.

Descrive il Cattabiani:
"Durante le feste ci si scambiavano come doni candele e statuette di argilla mentre era permesso il gioco d'azzardo e i ruoli sociali s'invertivano; lo schiavo diventava padrone e il padrone serviva per gioco, come a Carnevale. Quell'atmosfera scherzosa e persino orgiastica simboleggiava la fine dell'anno vecchio che si disintegrava nel caos da cui si sarebbe formato l'anno nuovo, celebrato il primo di Gennaio, quando i Romani si scambiavano come porta fortuna doni augurali, detti "strenae". Originariamente erano dei rametti d'alloro, simbolo del sole, che in quei giorni cominciava nuovamente a ricrescere sull'orizzonte dopo la "morte"' invernale del solstizio (22 dicembre).
Stando alla leggenda, fu per primo un re sabino, Tito Tazio, a chiedere ai suoi sudditi, per Capodanno l'omaggio di un ramo di alloro o di ulivo colto in un boschetto sulla via Sacra consacrato a una dea di origine sabina, Strenia, apportatrice di fortuna e felicità: da qui l'origine delle "strenne".
Questa usanza si propagò gradualmente anche tra i cittadini di Roma e dell'impero e più tardi venne assorbita dalla tradizione cristiana e dalle sue festività di Natale, Capodanno, Epifania, o anche localmente, da S. Lucia e S. Nicola che sostituiscono le antiche feste pagane nel medesimo periodo dell'anno.
Oggi si chiamano "strenne" proprio quei doni di vario genere che sono diventate per la cristianità le strenne natalizie.
Segue.
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« Risposta #20 inserita:: 22 Dicembre 2007, 08:59:36 »

SOTTILI FORME CHE POSSONO COINVOLGERE I CREDENTI NELLA TRADIZIONE NATALIZIA
AUGURI: In questo periodo dell'anno il mondo intero si prepara a festeggiare il Natale anticipando gli auguri. Leggiamo in Marco 7:8 "Avendo tralasciato il comandamento di Dio vi attenete alla tradizione degli uomini," questo era l'atteggiamento tipico dei farisei. Il credente non solo non deve contraccambiare questi tipi di auguri ma li deve proprio rifiutare (Colossesi 2:8 "Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo").

PREPARATIVI: Ricchi e poveri si affaticano in mille modi per la buona riuscita di quel giorno.
• Il Ricco stolto, fece dei preparativi sbagliati (Luca 12:16-21).Il credente deve prepararsi per qualcosa di più grande.
• Noè, uomo di Dio preparò un'arca di salvezza per la propria famiglia (Ebrei 11:7).
• Noi vogliamo prepararci per l'incontro del nostro Sposo (Matteo 24:44; Apoc. 19:7).
DONI: Settimanali, quotidiani, riviste, mass media e vetrine di negozi lasciano spot pubblicitari in maniera pressante. La mente dell'uomo computerizza questo messaggio tanto da renderlo privo di ogni volontà (Isaia 1:23 "I tuoi prìncipi sono ribelli e compagni di ladri; tutti amano i regali e corrono dietro alle ricompense; non fanno giustizia all'orfano, e la causa della vedova non giunge fino a loro"; 1 Sam. 8:1-3 "Quando Samuele divenne vecchio, nominò i suoi figli giudici d'Israele. Suo figlio primogenito si chiamava Ioel e il secondo Abia; essi esercitavano la funzione di giudici a Beer-Seba. I suoi figli però non seguivano le sue orme, ma si lasciavano sviare dall'avidità, accettavano regali e pervertivano il giudizio"; 2 Re 5:25-27 "Poi andò a presentarsi davanti al suo signore. Eliseo gli disse: "Da dove vieni, Gheazi?" Egli rispose: "Il tuo servo non è andato in nessun luogo". Ma Eliseo gli disse: "Il mio spirito non era forse presente laggiù, quando quell'uomo si voltò e scese dal suo carro per venirti incontro? È forse questo il momento di prendere denaro, di prendere vesti, e uliveti e vigne, pecore e buoi, servi e serve? La lebbra di Naaman s'attaccherà perciò a te e alla tua discendenza per sempre". Gheazi uscì dalla presenza di Eliseo, tutto lebbroso, bianco come la neve").
Ricordiamoci che Dema fu attratto dal presente secolo e ne rimase vittima (2 Timoteo 4:10).

QUALE ATTEGGIAMENTO DEVE ASSUMERE IL CREDENTE?
SPRECO ECONOMICO: L'aspetto religioso del Natale rimane soltanto esteriore mentre la realtà rientra in un vero e proprio giro di affari. Lo spreco si fa strada nell'acquisto dei famosi addobbi, di nuovi vestiti, nuove macchine, prodotti alimentari, bevande in misura eccessiva e così via.
Scrive un pastore evangelico:
"In questo periodo il dio-consumismo sta per essere adorato, come ogni anno, con un ampia varietà di riti sacri. Il suo sacerdote (la pubblicità televisiva e stampata) ha già da tempo chiamato a raccolta i suoi fedeli con immagini attraenti e un linguaggio seducente. "Non rinunciare compra! Non risparmiare, spendi!" sono i suoi comandamenti più ascoltati. Questo sacerdote é diventato ormai compagno abituale del nostro cammino e , se un giorno dovessimo decidere di percorrere una strada diversa dalla sua, lo faremmo probabilmente non per la fede in valori migliori, ma soltanto per mancanza di denaro. Il sacerdote-pubblicità non manca di offrirci immagini di valori (serenità, gioia) ed atmosfere cariche di buoni sentimenti, ma non ci troviamo mai davanti al reale, sempre davanti all'artefatto. Lo stesso sacerdote, unico mediatore fra l'uomo e l'oggetto-dio desiderato, usa senza scrupoli il segno di Cristo per i suoi scopi: parla di festa cristiana, usa simboli cristiani. Così tutti coloro che si dicono "cristiani" saranno tranquilli, perché avranno in qualche modo ricordato Cristo, anche se in realtà il loro comportamento ne contraddice l'opera e il messaggio. All'uomo che insegue il miraggio dell'essere, però sempre molto più preoccupato dell'avere, si apre contemporaneamente la possibilità di essere (una nuova creatura, un figlio di Dio) e di avere (la vita eterna) e tutto questo in Cristo".
La Parola di Dio ci istruisce ad utilizzare il nostro danaro nel miglior modo cioè:
• Per la casa di Dio Esdra 1:4
• Programmi per la Comunità Malachia 3:8
• Offerte per le missioni Rom. 10:14-15

COME COMPORTARSI NELLA FAMIGLIA MISTA IL GIORNO DI NATALE?
• Il credente non deve partecipare: Efes. 5:11"Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele"
• Deve resistere stando fermo nella fede: 1 Pietro 5:9
• La promessa è rivelata dallo Spirito Santo nei fatti apostolici: Atti 16:31 "Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua famiglia".
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« Risposta #21 inserita:: 23 Dicembre 2007, 09:39:10 »

TUTTE QUESTE COSE RENDONO VERAMENTE ONORE A CRISTO?
Dopo queste considerazioni qualcuno dirà: "D'accordo ma che male c'é il celebrare il Natale? Non é forse una buona occasione per richiamare l'attenzione di tutti, credenti e increduli a ricordare Gesù ed onorarlo?" Non ci sarebbe nulla da obiettare a questa tesi, se la Sacra Scrittura, la Bibbia, rivelazione di Dio all'uomo, non avesse parlato tanto chiaramente al riguardo ordinando di evitare quanto é pagano ed inutile, ed invitando i cristiani fedeli all'Evangelo a condursi come ci riferisce Paolo in Efesini 5:8-11 "Perché in passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Comportatevi come figli di luce poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità esaminando che cosa sia gradito al Signore. Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele".
Qualcun'altro afferma "Ma oramai lo fanno tutti!"
Anche nell'antica Roma si diceva "vox populi, vox dei". Anche Confucio diceva: "il cielo ode secondo come ode il popolo".
Tutto quant'é tradizione e paganesimo é detestato da Dio, infatti Gesù stesso riprende duramente i religiosi del Suo tempo (Matteo 15:3, 6 "Ma egli rispose loro: "E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio a motivo della vostra tradizione?… Così avete annullato la parola di Dio a motivo della vostra tradizione"; Marco 7:8 "Avendo tralasciato il comandamento di Dio vi attenete alla tradizione degli uomini").
Dobbiamo avere il sentimento di Paolo: "pronti ad esaminare ogni cosa e ritenere il bene" (I Tess 5:21). Quel bene a cui il cristiano deve attenersi fermamente e che deve saper discernere (Eb. 5:12-14 "Infatti, dopo tanto tempo dovreste già essere maestri; invece avete di nuovo bisogno che vi siano insegnati i primi elementi degli oracoli di Dio; siete giunti al punto che avete bisogno di latte e non di cibo solido. Ora, chiunque usa il latte non ha esperienza della parola di giustizia, perché è bambino; ma il cibo solido è per gli adulti; per quelli, cioè, che per via dell'uso hanno le facoltà esercitate a discernere il bene e il male"). Di conseguenza è chiamato a condursi, a prò della verità, in modo degno del Signore, così da piacere non agli uomini, ma a Dio in ogni cosa. (Gal. 1:10 " Vado forse cercando il favore degli uomini, o quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo" ; Col. 1:10 "perché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio").
Molti ribadiscono: "Ma anche se le cose stanno Cosi, anche se il Natale è una tradizione pagana in onore di un falso dio Sole, noi non l'osserviamo più per onorare il falso dio, ma per onorare Cristo".

Ecco cosa dice Dio nella Sua Parola: Deuteronomio 12:30-31 "Guardati bene dal cadere nel laccio seguendo il loro esempio, dopo che saranno state distrutte davanti a te, e dall'informarti sui loro dèi, dicendo: "Come servivano i loro dèi queste nazioni? Anch'io voglio fare lo stesso". Non farai così riguardo al SIGNORE tuo Dio, poiché esse praticavano verso i loro dèi tutto ciò che è abominevole per il SIGNORE e che egli detesta; davano perfino alle fiamme i loro figli e le loro figlie, in onore dei loro dèi"; Giov. 4:24 "Dio è Spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità"; 17:17 "Santificali nella verità: la tua parola è verità".
Gesù ancora ci dice: Matteo 15: 9 "Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti d'uomini"; l'osservanza del Natale é una tradizione degli uomini e i comandamenti di Dio che abbiamo citato lo proibiscono.
Obiettivamente e coerentemente con l'insegnamento della Parola di Dio non possiamo, quindi accettare le tradizioni umane, in quanto desideriamo continuare ad essere saldi nella verità rivelataci da Cristo, nostro Signore, nella Bibbia, ancorati nella fede (Giuda v. 3 "Carissimi, avendo un gran desiderio di scrivervi della nostra comune salvezza, mi sono trovato costretto a farlo per esortarvi a combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre").
Poiché siamo il tempio dello Spirito Santo non ci contamineremo con il paganesimo di questo mondo (1 Cor. 3:16-17; 2 Cron. 29:5 "Ezechia fece ciò che é buono agli occhi dell'Eterno... disse loro: "Ascoltatemi, o Leviti! Ora santificatevi, e santificate la casa del SIGNORE, Dio dei vostri padri, e portate fuori dal santuario ogni immondezza"), tantomeno contamineremo la casa di Dio "luogo di culto". Oggi più che mai l'appello del nostro Dio risuona per quanti prendono alla leggera gli impegni sacri (Isaia 48:20 "Uscite da Babilonia, fuggite lontano dai Caldei!").
Chi partecipa alle opere infruttuose delle tenebre corre frettolosamente al male (Prov. 6:16-19). Ricordiamoci che non siamo stati salvati per tradizione ma per mezzo del sacrificio sublime di Cristo come d'Agnello senza difetto né macchia (1 Pietro 1:18).
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« Risposta #22 inserita:: 24 Dicembre 2007, 09:38:44 »

IL VERO SIGNIFICATO
In realtà é difficile scorgere nella maggioranza delle persone che festeggiano il Natale un atteggiamento di devozione a Dio per ringraziarlo per aver mandato il Suo Figliuolo ad incarnarsi.
Invece il vero Natale é per il credente il giorno in cui Gesù nacque nel suo cuore, quello della salvezza. Grazie a Dio non é il caso di ricordarsene una volta l'anno e soprattutto gozzovigliando ed ubriacandosi.
Secondo la Parola di Dio il vero significato del Natale é in relazione alla pace. Nell'Evangelo della natività c'é l'eco della speranza della pace. Nei tre cantici pronunciati per l'occasione é evidente:
• Quello di Zaccaria (Luca 1:76-79);
• Quello degli angeli (Luca 2:14);
• Quello di Simeone (Luca 2:29);
Isaia profetizzò del Natale di Gesù (Is. 9:5) é evidente che "Egli é la nostra pace".
Molti preferiscono essere abbagliati dai tanti profeti-sacerdoti di questo mondo, trascurando o dimenticando il vero messaggio di quel "bambino fasciato e coricato nella mangiatoia". Ma io ti chiedo: CHI è davvero Gesù Cristo per te oggi? Una persona da relegare ai margini della società e della tua vita quotidiana, lasciato in disparte e "ricordato" solo due volte ogni anno? Oppure Egli è davvero il Signore della tua vita,il tuo Salvatore : da vivere e celebrare ogni giorno che Egli ti dona, col gaudio e l'allegrezza e la Pace ,con la consapevolezza che è davvero
" una grazia dell'Eterno che noi non siamo stati interamente distrutti,
 poiché le Sue compassioni non sono esaurite,ma si rinnovano ogni mattina! Grande è la tua fedeltà!  (lam.3:22,23).
Solo con questa consapevolezza,scaturita dalla Sua grande grazia in Cristo Gesù,potrai dire di aver trovato "l'Amico Fedele che ama ogni tempo", il vero Sole della giustizia,Gesù Cristo il solo Salvatore per l'uomo peccatore..." O Signore, tu hai difesa la causa dell'anima mia,
tu ha redento la mia vita"  "Poiché,dice il Signore,chi mi trova
trova la vita,ed ottiene il favore dell'Eterno. Ma chi pecca contro di me,fa torto all'anima sua; tutti quelli che m'odiano, amano la morte."
(Prov.8:35,36.).Per chi ha realizzato Gesù Cristo e vive in comunione
con Lui, è sempre un giorno di festa: il vero cristiano sente il profondo
desiderio di fare assolutamente la sola volontà di Dio,onorandolo ed adorandolo come si richiede ad un vero adoratore: "in Spirito e verità" senza torbidi miscugli di precetti meramente di uomini e senza accettare mai ambigui compromessi...conservando la vera dignità da redento che il Cristo gli ha pienamente donato al Golgota,sulla croce.
 
Il Signore Iddio vi benedica.      Se lo ritenete opportuno, leggete queste parole e parlatene con altri affinché altri possano conoscere la Verità...
"Se perseverate nella mia Parola,siete veramente miei discepoli
  e conoscerete la verità; e la verità vi farà liberi...se dunque il    Figliuolo vi farà liberi, sarete veramente liberi! "Queste parole le ha dette GESU CRISTO.
 
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« Risposta #23 inserita:: 27 Gennaio 2008, 09:12:37 »

Per tutto c'è il suo tempo, c'è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo:
un tempo per nascere e un tempo per morire; un tempo per piantare e un tempo per sradicare ciò che è piantato; un tempo per uccidere e un tempo per guarire; un tempo per demolire e un tempo per costruire; un tempo per piangere e un tempo per ridere; un tempo per far cordoglio e un tempo per ballare; un tempo per gettar via pietre e un tempo per raccoglierle; un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci; un tempo per cercare e un tempo per perdere; un tempo per conservare e un tempo per buttar via; un tempo per strappare e un tempo per cucire; un tempo per tacere e un tempo per parlare; un tempo per amare e un tempo per odiare; un tempo per la guerra e un tempo per la pace. Che profitto trae dalla sua fatica colui che lavora? Io ho visto le occupazioni che Dio dà agli uomini perché vi si affatichino. Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo: egli ha perfino messo nei loro cuori il pensiero dell'eternità, sebbene l'uomo non possa comprendere dal principio alla fine l'opera che Dio ha fatta. Io ho riconosciuto che non c'è nulla di meglio per loro del rallegrarsi e del procurarsi del benessere durante la loro vita, ma che se uno mangia, beve e gode del benessere in mezzo a tutto il suo lavoro, è un dono di Dio. Io ho riconosciuto che tutto quel che Dio fa è per sempre; niente c'è da aggiungervi, niente da togliervi; e che Dio fa così perché gli uomini lo temano. Ciò che è, è già stato prima, e ciò che sarà è già stato, e Dio riconduce ciò ch'è passato. Ho anche visto sotto il sole che nel luogo stabilito per giudicare c'è empietà, e che nel luogo stabilito per la giustizia c'è empietà, e ho detto in cuor mio: "Dio giudicherà il giusto e l'empio poiché c'è un tempo per il giudizio di qualsiasi azione e, nel luogo fissato, sarà giudicata ogni opera". Io ho detto in cuor mio: "Così è a causa dei figli degli uomini, perché Dio li metta alla prova, ed essi stessi riconoscano che non sono che bestie". Infatti, la sorte dei figli degli uomini è la sorte delle bestie; agli uni e alle altre tocca la stessa sorte; come muore l'uno, così muore l'altra; hanno tutti un medesimo soffio, e l'uomo non ha superiorità di sorta sulla bestia; poiché tutto è vanità. Tutti vanno in un medesimo luogo; tutti vengono dalla polvere, e tutti ritornano alla polvere. Chi sa se il soffio dell'uomo sale in alto, e se il soffio della bestia scende in basso nella terra? Io ho dunque visto che non c'è nulla di meglio per l'uomo del rallegrarsi nel compiere il suo lavoro; tale è la sua parte; infatti, chi potrà farlo tornare per godere di ciò che verrà dopo di lui?


Ecclesiaste 3:1-22
 
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« Risposta #24 inserita:: 27 Gennaio 2008, 09:49:54 »

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« Risposta #25 inserita:: 27 Gennaio 2008, 17:56:47 »

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« Risposta #26 inserita:: 10 Febbraio 2008, 17:35:10 »

PADRE NOSTRO
Non dire PADRE se ogni giorno non ti comporti da figlio
Non dire NOSTRO se vivi isolato nel tuo egoismo   
Non dire CHE SEI NEI CIELI se pensi solo alle cose terrene
Non dire SIA SANTIFICATO IL TUO NOME se non lo onori
Non dire VENGA IL TUO REGNO se pensi solo al successo materiale
Non dire SIA FATTA LA TUA VOLONTA’ se non l’accetti quando é dolorosa

Non dire DACCI OGGI IL NOSTRO PANE COTIDIANO se non ti preoccupi di chi ha fame
Non dire PERDONA I NOSTRI DEBITI se conservi rancore verso tuo fratello   
Non dire NON ESPORCI IN TENTAZIONE se hai intenzione di continuare a peccare
Non dire LIBERACI DAL MALE se non prendi posizione contro il male
Non dire AMEN se non prendi sul serio le parole del Padre Nostro



 
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« Risposta #27 inserita:: 02 Marzo 2008, 09:14:24 »

--- Isaia 44:1-20 ---Il Signore e gli idoli(Ez 36:24-30; Gl 2:28-29; At 2:16-18) Za 2:10-111 «Ora ascolta, Giacobbe, mio servo,o Israele, che io ho scelto! 2 Così parla il SIGNORE che ti ha fatto,che ti ha formato fin dal seno materno,colui che ti soccorre:Non temere, Giacobbe mio servo,o Iesurun che io ho scelto! 3 Io infatti spanderò le acque sul suoloassetatoe i ruscelli sull'arida terra;spanderò il mio Spirito sulla tua discendenzae la mia benedizione sui tuoi rampolli; 4 essi germoglieranno come in mezzoall'erba,come salici in riva a correnti d'acque. 5 L'uno dirà: "Io sono delSIGNORE";l'altro si chiamerà Giacobbe,e un altro scriverà sulla sua mano: "Del SIGNORE",e si onorerà di portare il nome d'Israele. Is 43:8-13 (Sl 135:15-18; Is 46:1-8; Gr 10:1-16; 2:26-28)6 «Così parla il SIGNORE, re d'Israele e suo redentore,il SIGNORE degli eserciti:Io sono il primo e sono l'ultimo,e fuori di me non c'è Dio. 7 Chi, come me, proclama l'avvenirefin da quando fondai questo popolo antico?Che egli lo dichiari e me lo provi!Lo annunzino essi l'avvenire, e quanto avverrà! 8 Non vi spaventate, nontemete!Non te l'ho io annunziato e dichiarato da tempo?Voi me ne siete testimoni.C'è forse un Dio fuori di me?Non c'è altra Ròcca; io non ne conosco nessuna». 9 Quelli che fabbricanoimmagini scolpite sono tutti vanità;i loro idoli più cari non giovano a nulla;i loro testimoni non vedono,non capiscono nulla,perché essi siano coperti di vergogna. 10 Chi fabbrica un dio o fondeun'immagineche non gli serva a nulla? 11 Ecco, tutti quelli che vi lavorano sarannocoperti di vergogna,e gli artefici stessi non sono che uomini!Si radunino tutti, si presentino!...Saranno spaventati e coperti di vergogna tutti insieme. 12 Il fabbro lima ilferro,lo mette nel fuoco,forma l'idolo a colpi di martelloe lo lavora con braccio vigoroso;soffre perfino la fame e la forza gli vien meno;non beve acqua e si affatica. 13 Il falegname stende la sua corda,disegna l'idolo con la matita,lo lavora con lo scalpello,lo misura con il compasso,ne fa una figura umana,una bella forma d'uomo,perché abiti una casa. 14 Si tagliano dei cedri,si prendono degli elci, delle querce,si fa la scelta fra gli alberi della foresta,si piantano dei piniche la pioggia fa crescere. 15 Poi tutto questo serve all'uomo per farefuoco,ed egli ne prende per riscaldarsi,ne accende anche il forno per cuocere il pane;e ne fa pure un dio e lo adora,ne scolpisce un'immagine, davanti alla quale si inginocchia. 16 Ne brucia lametà nel fuoco,con l'altra metà prepara la carne,la fa arrostire, e si sazia.Poi si scalda e dice: «Ah!mi riscaldo, godo a veder questa fiamma!» 17 Con l'avanzo si fa un dio, ilsuo idolo,gli si prostra davanti, lo adora, lo pregae gli dice: «Salvami,perché tu sei il mio dio!» 18 Non sanno nulla, non capiscono nulla;hanno impiastrato loro gli occhi perché non vedano,e il cuore perché non comprendano. 19 Nessuno rientra in sé stessoe ha conoscimento e intelletto per dire:«Ne ho bruciato la metà nel fuoco,sui suoi carboni ho fatto cuocere il pane,vi ho arrostito la carne che ho mangiata;con il resto farei un idolo abominevole?Mi inginocchierei davanti a un pezzo di legno?» 20 Un tal uomo si pasce dicenere,il suo cuore sviato lo ingannaal punto che non può liberarsene e dire:«Ciò che stringo nella mia destra non è forse una menzogna?»  Buona domenica a tutti .
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« Risposta #28 inserita:: 02 Marzo 2008, 12:35:08 »

sei cattolico?
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« Risposta #29 inserita:: 04 Marzo 2008, 00:45:24 »

sei cattolico?

...non voglio immaginarmi la risposta di caluzzu...  Pomodoro
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