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Autore Discussione: Scuole di Villarosa i vostri ricordi  (Letto 38937 volte)
un amico al bar


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« Risposta #45 inserita:: 06 Ottobre 2008, 10:30:28 »

Tutto sommato il test fu positivo, tanto che negli anni successivi e gradualmente si passò alla formazione delle classi facendo valere il principio della composizione mista. Il grembiule no, quello è sempre stato appannaggio della scuola elementare!!
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« Risposta #46 inserita:: 06 Ottobre 2008, 14:10:38 »

il mio maestro delle elementari era DI FRANCO ERA UN UOMO VERAMENTE SPECIALE
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« Risposta #47 inserita:: 06 Ottobre 2008, 17:44:46 »

Sono una Villarosana che vive lontano dal paesello. Sono molti i ricordi che affiorano alla mia mente .Ho frequentato la scuola materna al Palazzo Ducale.La scuola era gestita dalle suore, in particolare ricordo Suor Antonietta e suor Angelina ,entrambe erano le mie care maestre .Le elementari presso il palazzo scolastico "Silvio Pellico" la mia maestra fu la Sig.ra  Colaianni, sposata Butera.Nel 1961/62 frequentai la I media.All'inizio dell'anno la scuola era al piano terra dell'attuale casa comunale ,dopo ci trasferimmo in via Solferino palazzo Fiorito. Per spirito di correttezza ,rivolgendomi all'amico al bar , debbo precisare che già nel 1961 l mia classe era una classe mista .Ricordo tra le mie compagne di classe:Maria Fasciana, Rosetta Butera ,Pina Turrisi ,Apollonia Salvaggio Salomone ecc. tra i compagni Totò Merenda , Scavone , Enzo Provenzano, Randazzo, Totò Lentini ecc. il Preside era Di Nicolò. Qell'anno fu un anno molto particolare ,fu l'anno in cui cadde il pulman sul fiume Salso ,morirono i  passeggeri provenienti da Caltanissetta tra cui anche i miei professori in modo particolare ricorco la prof. Sedita , La prof Gruttadauria .......... chi  ricorda quel giorno era il 17 marzo del 1962 ..........          
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« Risposta #48 inserita:: 06 Ottobre 2008, 20:04:52 »

sapevo della scuola al palazzo ducale,
riguardo la tragedia del bus
ricordo quel fatto di cronaca per aver letto la notizia in alcuni annali e ho avuto modo di documentarmi ulteirormente su quella triste storia,


vi anticipo che vorremmo dedicare uno speciale sulla vicenda , nella sezione storia nel marzo dell'anno prossimo.
chiunque volesse contribuire con notizie o foto
non esiti a scrivermi un messaggio
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« Risposta #49 inserita:: 06 Ottobre 2008, 20:55:23 »

Ricordo che nell'anno scolastico 1972-73 si formò, per la prima volta a Villarosa, una prima media mista costituita da ragazzi e ragazze che alle scuole elementari si erano distinti per il comportamento. In quella classe finii anch'io. Ricordo la preside Fusco e il suo discorso di inizio anno incentrato sul fatto che quella era la prima volta di una classe  mista, quindi si affidava a noi per non fare fallire l'esperimento. Sapete come finì? Che noi siamo stati i primi anche ad organizzare uno sciopero a scuola perchè non condividevamo alcune cose. Quel giorno ci assentammo tutti e trascorremmo la mattinata al bar Royal per evitare di incontrare i nostri genitori! Immaginatevi cosa successe l'indomani a scuola quando la preside ci convocò nel suo ufficio.

Concordo con viacolvento per quanto riguarda la formazione di classi miste; fin dai tempi della "preistorica" Media "Giovanni Verga", dei miei, le classi erano miste, anche perchè mancavano i numeri per fare diverse sezioni d'una stessa classe. Nello stesso tempo nascevano classi senza discriminazione. "Un amico al bar" con la sua testimonianza conferma il malvezzo di formare classi omogenee, i figli della borghesia, sia pur piccola, da una parte e i figli del popolo dall'altra, con la conseguenza che nascevano sempre piccoli conflitti sociali e poi gli inevitabili abbandoni. Agli insegnanti vicini al potere si assegnavano le classi del primo tipo, ai "rompiballe" e forestieri, non presentati da "qualcuno", le classi di quelli che "non dovevano continuare cogli studi". W Gesù e W la democrazia!
« Ultima modifica: 08 Ottobre 2008, 21:13:04 da osvaldo » Registrato

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« Risposta #50 inserita:: 07 Ottobre 2008, 13:54:54 »

Certamente hanno ragione Osvaldo e Via col vento, che tra l'altro ringrazio per la correzione. Ma io mi riferivo alla scuola media "dell' era moderna"(parafrasando Osvaldo). Infatti ricordavo l'episodio ma riferendomi alla scuola media "Vincenzo De Simone" con la preside Fusco.
Il periodo era quello della scuola media per tutti. Confermo il malvezzo di creare classi quanto più omogenee. Il risultato era che si creavano dei corsi "ghetto" con tutto ciò che di negativo ne conseguiva.
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« Risposta #51 inserita:: 14 Novembre 2008, 22:16:45 »

Un ricordo di scuola da insegnante.

                                                                          “PATATE COL SUCO”

Nel 1957, giovane maestro con idoneità all’insegnamento, primo in graduatoria ma non ancora di ruolo, riuscii ad ottenere nell’anno solo due mesi di supplenza, della quale un mese e mezzo espletata a Villapriolo.
Sono rimasto affezionato agli alunni di quella classe, ed essi a me. Il mio pensiero spesso andava ad un bambino (era una seconda classe!) di cui non avevo avuto più notizia ma ne ricordavo solo il cognome, tanto che pensavo che doveva essersi sperso per il mondo come tanti altri emigrati.
Eravamo fuori dalla guerra da dodici anni, il tenore di vita s’era un po’ rialzato, i bambini mangiavano il pane col Gianduiotto Ferrero, precursore della Nutella, e il “boom economico” era in marcia anche se non aveva ricevuto ancora tale denominazione. Per avviare gli alunni alla composizione scritta un sabato li invitai a raccogliere i pensieri degli avvenimenti più importanti della domenica e metterli in iscritto come compito a casa. Mi colpì un pensierino dell’alunno C. che scrisse fra l’altro, come fatto degno di rilievo, che aveva mangiato “le patate col suco”. Credevo che quel genere di povertà non esistesse da tempo, ma dovetti ricredermi.
Un anno fa, esattamente cinquant’anni dopo,  partecipando ad una cerimonia di cresima a Villapriolo, mi trovavo fuori della piccola chiesa con alcuni amici fra i quali due dei vecchi alunni di quella breve ma indimenticata supplenza, quando ci si avvicinò un uomo maturo interloquendo rivolto a me:
 - Scommetto che lei non si ricorderà di me !
Ammisi la mia dimenticanza, ma quando si presentò come l’antico alunno C., l’abbracciai compiaciuto e commosso, non solo perché lo rivedevo dopo tanti anni, ma perché finalmente m’apparve esattamente come gli altri, nel portamento e nell’aspetto, e non più il più povero fra i compagni. Egli certamente non capì a fondo il motivo del mio rallegramento, ma non pensò di sicuro che io esagerassi nella gioia perché egli, come gli altri, era consapevole che per me gli alunni erano stati tutti uguali, ricchi e poveri, discoli e buoni.
Seppi che aveva lavorato per qualche tempo all’estero e che era rientrato da alcuni anni al paesello dove ancora lavorava attendendo l’età della pensione.
Confesso però che se non fosse stato per quelle “patate col suco”, l’avrei dimenticato come qualche altro suo compagno che non risiede da gran tempo in zona.


« Ultima modifica: 19 Maggio 2009, 15:49:30 da osvaldo » Registrato

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« Risposta #52 inserita:: 15 Novembre 2008, 21:54:38 »

Era da tempo che non sentivo parlare delle patate col "suco". Ringrazio, quindi, Osvaldo per aver riportato alla mente dei più, ricordi che da tempo non riaffioravano. Sono certo che scavando nei suoi ricordi, troverà altre "perle" da regalarci. Grazie .
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« Risposta #53 inserita:: 16 Novembre 2008, 15:36:38 »

una storia molto bella
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« Risposta #54 inserita:: 16 Novembre 2008, 19:27:21 »

Qell'anno fu un anno molto particolare,fu l'anno in cui cadde il pulman sul fiume Salso ,morirono i  passeggeri provenienti da Caltanissetta tra cui anche i miei professori in modo particolare ricorco la prof. Sedita , La prof Gruttadauria .......... chi  ricorda quel giorno era il 17 marzo del 1962 ..........         

Leggendo il post di Viacolvento mi proponevo di unirmi al ricordo di quello sciagurato giorno, ma m'ero quasi dimenticato.
Quel tragico mattino, non credo ai giorni particolarmente sfortunati, era venerdì 17 marzo; sul pullman c'erano 17 anime in totale, 14 persone persero la vita . L'ultimo passeggero era salito appena venti metri prima... Un guasto alla cremagliera dello sterzo e il capace autista Di Mattia ennese, sposato ad una nostra concittadina, non riuscì ad evitare di precipitare in acqua: qualche metro ancora e sarebbe cascato sul greto del fiume con meno tragico bilancio di vittime. Ricordo solo i cognomi di due dei soli superstiti, il signor Vaccarella, fioraio, che abitava in via Butera e tale Notararigo di Villadoro o Nicosia. Il Vaccarella raccontò d'essersi salvato aggrappandosi alla reticella in alto che ospitava il bagaglio a mano: lì trovò una bolla d'aria che gli consenti di respirare fino all'arrivo dei soccorsi. A parte le giovani professoresse che conoscevo di vista, perse la vita la signorina Sciandra nostra concittadina che andava a trovare la madre che abitava in via Manganaro. Le altre vittime erano di fuori. Portò la ferale notizia in piazza il signor Vincenzo Fasciana che quasi venne meno alla fine del suo concitato e raccapricciante resoconto dell'accaduto. Temetti quel giorno anche per mia moglie, in gestazione del mio primo figlio, che ben conosceva la Sciandra e pianse per morta una nostra intima amica, che per fortuna risultò che non si trovava quela mattina sul disgraziato autobus. Era una mattinata rigida di fine inverno; la neve fioccava anche se non riuscì a coprire il terreno del bianco manto...
Voglio ricordare un nostro concittadino generoso, non più con noi da qualche anno, Fifo Biancucci, che si tuffò tante volte nell'acqua gelida per riportare a terra i tre superstiti e, ahimè, le salme dei periti. La sua generosa prestazione gli valse il pubblico riconoscimento d'una medaglia al valore civile.
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« Risposta #55 inserita:: 16 Novembre 2008, 20:53:15 »

ho letto di questa triste storia, i racconti di uno zio che era minatore e del suo collega che si trovarono li sul posto..
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